Vinattieri (UPS): “L’elezione del presidente del consiglio comunale? Un’occasione persa per il cambiamento”

SIGNA – “L’elezione del presidente del consiglio comunale? Un’occasione persa per il cambiamento. La commissione controllo e garanzia? Attendiamo atti concreti”. Il capo gruppo di Uniti per Signa, Gianni Vinattieri, entra nel merito del primo consiglio comunale dopo l’esito del voto e, in particolare, su due dei principali aspetti che lo hanno caratterizzato: l’elezione del […]

SIGNA – “L’elezione del presidente del consiglio comunale? Un’occasione persa per il cambiamento. La commissione controllo e garanzia? Attendiamo atti concreti”. Il capo gruppo di Uniti per Signa, Gianni Vinattieri, entra nel merito del primo consiglio comunale dopo l’esito del voto e, in particolare, su due dei principali aspetti che lo hanno caratterizzato: l’elezione del presidente del consiglio comunale e la questione della commissione controllo e garanzia. Ma non solo. “Prima la nomina della nuova giunta – spiega Vinattieri in una nota – basata sulle logiche e gli accordi di partito: il sindaco (Pd) confermato che conferma il vice-sindaco (Pd, non candidato), l’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici (Pd) e nomina il segretario del Pd (non candidato) secondo un’intangibile rito che si ripete dal 2009. Più due civici funzionali alla tenuta di una centralità sempre più debole. Poi l’elezione a presidente del consiglio comunale di chi ha ricoperto per due mandati la carica di sindaco e per uno quella di vicesindaco (Pd). Non per particolari competenze; non per essersi contraddistinto per attivismo durante la campagna elettorale; non per avere sbaragliato il campo in termini di preferenze di lista, ma in funzione di accordi, patti, dinamiche totalmente interne ai vari livelli del partito democratico. Dinamiche esterne alle istituzioni che si scaricano nelle istituzioni: non servendole ma servendosene con il loro conseguente svilimento democratico”.

“D’altronde, – aggiunge Vinattieri – per i suddetti motivi l’elezione del presidente del consiglio ha subito negli anni un progressivo deterioramento. Con la “staffetta” nella consiliatura 2014-2019 (due anni e mezzo con un presidente e i restanti due e mezzo con un altro) causata da fattori tutt’altro che “istituzionali”. E, a partire dal 2019, con l’annullamento di ogni confronto con le minoranze che ha determinato elezioni di parte e non unanimi del presidente. Per uscire da questo stato di cose, da questa deriva, da questa chiusura istituzionale, come gruppo di Uniti Per Signa insieme al gruppo di Fratelli di Signa (l’intera minoranza consiliare) abbiamo proposto al consiglio comunale la candidatura di Monia Catalano: unica soluzione di garanzia e riequilibrio per un sistema che rischia di diventare sempre più inconsistente e autoreferenziale, quindi, inefficiente. La bocciatura della proposta significa non aver colto il senso e il significato di un cambiamento di paradigma che avrebbe giovato a tutti”.

“Per quanto riguarda le commissioni consiliari permanenti, – conclude il capo gruppo di Uniti per Signa – ne sono state istituite tre. Le presidenze andranno tutte alla maggioranza e la prima commissione “Affari generali e bilancio” non avrà funzioni di “garanzia e controllo”. Anche in questo caso si è persa l’occasione di istituire da subito un organo di garanzia presente in quasi tutti i Comuni ma che a Signa non è mai stato preso in considerazione. In riferimento all’annuncio del sindaco di una successiva costituzione di un’ulteriore commissione di “controllo e garanzia”, rimaniamo in attesa di atti concreti”.