SESTO FIORENTINO – Facce serie, stanche segnate da una notte a controllare i dati, ma anche incredule per il risultato ottenuto. Nella sede di piazza Ginori del Pd l’atmosfera è ben diversa dagli altri comitati elettorali quello di Quercioli e di Falchi. C’è il segretario Alessandro Baldi, Carlo Melani, Claudia Pecchioli e poi arriva anche il segretario metropolitano Fabio Incatasciato. A parlare è Lorenzo Zambini che, nonostante la stanchezza e il risultato, ha molta grinta. “E’ stata una campgna elettorale con un unico tema: l’inceneritore – dice Zambini – ed è stato cavalcato il sentimento della paura. Il Pd ha cercato di dare un messaggio di onestà”. L’inceneritore, dice, “ha banalizzato il dibattito”.
Il ballottaggio era nell’aria in casa Pd ma non con questi numeri. “Andiamo a un ballottaggio con un candidato che rappresenta la continuità di Gianassi – dice Zambini – diamo uno sguardo ai consiglieri più votati nelle liste sono coloro che hanno presentato la mozione di sfiducia, oltre alla segreteria del Pd, quel gruppo che ora, ha dell’incredibile, che si apre alla città come la novità”.
“La nostra risposta è l’alternativa – dice Zambini – si parla di svuotamento del centro, ma non l’ho fatto io, così come la chiusura della Lucciola chiedete a Falchi e a Ginnasi, ma anche l’inceneritore e la linea 18 che è stata eliminata”.
Zambini è fermo e decisio e delinea lo scenario futuro se dovesse vincere il ballottaggio Falchi. “Lo scenario che si può ipotizzare è di ingovernabilità – dice Zambini – e Sesto rischia di restare isolato nell’area metropolitana”.
Zambini non nasconde che il risultato del voto (poco più del 32%) “è sotto le nostre aspettative” ma “il Pd resta la prima forza in città”. Anche se lo scenario che si viene a delineare adesso a Sesto è inedito: il ballottaggio. Errori nella campagna elettorale? “Troppe volte sono stato politicamente corretto – sottolinea Zambini – e questo forse non aiuta, ma io non cerco lo scontro e a Sesto dobbiamo dare una stabilità. Sono stato il primo ad essere tra la gente durante le primarie e già allora si percepiva la difficoltà”. Adesso, però, dice Zambini “la campagna elettorale cambia registro e faremo chiarezza perchè vogliamo che la gente possa capire e dare ai cittadini gli strumenti per scegliere”. L’inceneritore? “Ci troviamo con questa opera autorizzata – prosegue Zambini – se ad un certo punto questo mostro come è stato descritto l’inceneritore inquinerà la nostra area il sindaco ha lo strumento per intervenire nello stesso modo come una fabbrica che inquina e quindi l’alleanza tra quelli che lo hanno costruito e quelli che non lo vogliono è particolare. Teniamo presente che nel bilancio ci sono gli 830mila euro di oneri di urbanizzazione che derivano da questa opera”.