CALENZANO – “Tranquillo il PD a Calenzano non è in svendita”: risponde così Paolo Santini, segretario del PD calenzanese, alle affermazioni di Stefano Poni, portavoce della Ripartenza del PD di Calenzano. “Un partito – prosegue Santini – è un insieme di persone che coindividono un insieme di valori delle regole per stare insieme (statuto) e un progetto da realizzare. I valori sono quelli del Partito Democratico, lo statuto anche. Il progetto è quello che questa segreteria allarga a una parte di quella che al congresso era la minoranza e che sta perseguendo in maniera tenace. Fin dal nostro insediamento abbiamo ritenuto determinante avviare azioni tese ad aprire un confronto con tutte le realtà a cui sta a cuore il futuro e il benessere dei cittadini di Calenzano. Un confronto prima informale e poi strutturato e finalizzato a una proposta di governo per il nostro Comune”.
Santini ricorda che l’iniziativa “Pensiamo insieme Calenzano” è stata di successo, “un momento dove tante persone hanno partecipato, dove si è fatta bella politica con il clima giusto di chi vuole costruire. Questo è il primo tassello di un percorso strutturato che porterà una coalizione di centro-sinistra a fare una proposta di governo per Calenzano”.
“I promotori, quelli che chiami non ben definiti alleati, – prosegue Santini – sono esattamente i partiti e le persone che hanno sostenuto e sostengono la giunta Biagioli. Inoltre le alleanze si fanno con chi ci sta alla luce del sole senza necessariamente intavolare negoziati segreti e magari fra interlocutori che non siano quelli titolari. Cari amici della Ripartenza, il tempo dei caminetti o dei divani per decidere le sorti di un territorio è finito”.
Santini dice inoltre a Poni che “i voti nelle assemblee o nei congressi contano, ne va del concetto di democrazia. Il PD sarebbe in svendita se abdicasse al volere di una minoranza che rappresenta il 20% dell’assemblee”. Secondo Santini è “una minoranza che si posiziona sempre contaria a prescindere” e “che fin dal primo giorno ha scelto il conflitto come metodo di confronto e partecipazione alla vita del partito”, un “esercizio teso solo a distruggere che non condivido”.