Covid-19. I medici di famiglia scrivono una lettera aperta al sindaco Falchi

SESTO FIORENTINO – “Abbiamo purtroppo constatato che molti cittadini non osservano le regole. È per far capire a tutti quanto sia importante essere attenti a rispettare tutte le raccomandazioni che oggi vorremmo unire le nostre voci alla sua”. Così la lettera aperta che i medici di famiglia hanno inviato al sindaco Lorenzo Falchi sull’emergenza Coronavirus. […]

SESTO FIORENTINO – “Abbiamo purtroppo constatato che molti cittadini non osservano le regole. È per far capire a tutti quanto sia importante essere attenti a rispettare tutte le raccomandazioni che oggi vorremmo unire le nostre voci alla sua”. Così la lettera aperta che i medici di famiglia hanno inviato al sindaco Lorenzo Falchi sull’emergenza Coronavirus. Una lunga lettera in cui i medici di famiglia ringraziano il sindaco “per i continui appelli alla popolazione che invitano ad adottare misure igieniche e comportamentali volte a limitare la diffusione del Covid- 19” e chiedono ai cittadini di rispettare le regole.

Per questo pubblichiamo integralmente la lettera aperta dei medici di famiglia

LETTERA APERTA AL SINDACO DI SESTO FIORENTINO

Gentile Sindaco

vogliamo ringraziarla per i continui appelli alla popolazione che invitano ad adottare misure igieniche e comportamentali volte a limitare la diffusione del COVID- 19.

Vogliamo ringraziare tutti i cittadini che coscienziosamente si comportano in maniera esemplare dimostrando grande senso di responsabilità civile.

Abbiamo purtroppo constatato che molti cittadini non osservano le regole.

È per far capire a tutti quanto sia importante essere attenti a rispettare tutte le raccomandazioni che oggi vorremmo unire le nostre voci alla sua.

Il virus contro il quale ci troviamo a combattere è molto contagioso e perciò si diffonde velocemente, purtroppo è anche molto pericoloso. I casi che richiedono cure avanzate in terapia intensiva sono molti e i posti letto in ospedale pochi in confronto a quanti ne potrebbero servire. Adesso è compito di ciascun cittadino fare in modo che il virus non si diffonda.

Noi siamo accanto ai cittadini a combattere questa battaglia e li esortiamo a contattarci per qualsiasi chiarimento.

Il COVID-19 infetta persone di tutte le età, nessuno escluso, e non è vero che i casi che richiedono ospedalizzazione riguardano solo persone dai settanta anni in poi.

Purtroppo anche molti giovani necessitano di ricovero. Vero è che le persone più anziane sono anche le più fragili e quindi hanno maggiori difficoltà ad affrontare una severa polmonite causata dal COVID-19. Ma non vogliamo proteggere i nostri nonni? O i nostri genitori? Aiutateci a farlo stando a casa.

Vogliamo ricordare che a breve è atteso il picco dell’infezione e potremo trovarci nella situazione in cui non sarebbero sufficienti i letti in terapia intensiva con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.

In questi giorni abbiamo visto molte persone in strada e questo non va bene. Capiamo che questa situazione sia difficile e che stiamo vivendo un momento che non avevamo mai immaginato con una così importante limitazione delle nostre libertà personali.

Per fortuna questo virus non si trasmette da solo, siamo noi a trasmetterlo, ha bisogno di noi per diffondersi.

Quindi noi tutti possiamo fermarlo. Come? Limitandone la diffusione. Come? Stando a casa, non uscendo a fare passeggiate, non andando nei parchi pubblici con i bambini, andando a fare la spesa solo una volta a settimana e facendola per più famiglie. Non invitiamo amici a casa, neanche compagni di scuola dei nostri ragazzi. Non permettete ai vostri figli di incontrarsi con gli amici al parco. se avete mascherine indossatele per proteggere gli altri, lavate spesso e accuratamente le mani.

Stiamo affrontando una vera e propria emergenza sanitaria, dove medici, infermieri, oss e altro personale sanitario sono in prima linea in assenza di presidi adeguati per la loro e la vostra protezione.

State in casa, aiutateci ad aiutarvi e a non farci ammalare e a non farvi ammalare.

Vogliamo in oltre ricordare di non accedere agli ambulatori se non previo contatto telefonico.