FIRENZE – “Con l’ampliamento del porto di Livorno e senza un sostanziale spostamento del trasporto delle merci dalla strada alla ferrovia, si rischia una pesante ricaduta sulla circolazione della Fi-Pi-Li. Gli interventi programmati sulla strada di grande comunicazione devono, necessariamente, tener conto di ciò che comporterà lo sviluppo della Darsena Europa, altrimenti nascerà una strada già vecchia”. A dirlo sono Fiorenzo Martini e Giovanni Pesci, coordinatore e consigliere della Commissione trasporti dell’Ordine degli ingegneri di Firenze, in merito all’ampliamento del porto di Livorno e alle conseguenze sulla mobilità regionale, in particolare sulla strada di grande comunicazione che unisce il capoluogo di regione alla costa.
Il tema è stato anche affrontato in occasione di un seminario, “Prospettive di sviluppo degli interporti toscani con l’intermodalità di tutti i sistemi di trasporto”, organizzato, all’Interporto Toscano Amerigo Vespucci di Guasticce a Collesalvetti, dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Firenze insieme all’Ordine degli ingegneri della provincia di Livorno, al Collegio ingegneri ferroviari italiani della sezione di Firenze. Nell’occasione importanti contributi sulla complessa tematica dello spostamento del trasporto merci verso il ferro, oltre che da parte dell’ Autorità Portuale e degli Interporti di Guasticce e di Prato, sono stati forniti dai dirigenti della Regione e di RFI.
“La necessità di un adeguamento della Fi-Pi-Li è sicuramente irrinunciabile, ma richiede tempi lunghi. Tempi tanto lunghi che mal si sposano con la situazione in atto e, soprattutto, in divenire. Sono infatti in fase di avvio i tanto attesi lavori di ampliamento del porto di Livorno che, con la Darsena Europa, consentiranno a regime pressoché un raddoppio delle attuali capacità di movimentazione delle merci (fino a 1 milione e 600.000 container), – aggiungono Martini e Pesci – sarebbe auspicabile che nei prossimi 5 anni fossero sanate le situazioni di maggior pericolosità della strada di grande comunicazione e venissero attuati gli interventi che consentano le migliori ricadute sulla circolazione in tempi ragionevolmente brevi”.
“A fronte degli incrementi di movimentazione delle merci indotti dall’ampliamento del porto di Livorno, pur con gli interventi più significativi sulla Fi-Pi-Li, ma anche su tutta la viabilità principale della Toscana, difficilmente saranno sostenibili gli aumenti di traffico ipotizzabili senza un sostanziale spostamento del trasporto merci verso la rete ferroviaria, – spiegano i due membri della Commissione trasporti dell’Ordine degli ingegneri di Firenze – oltre allo scavalco per il collegamento diretto del porto con le varie direttrici ferroviarie, sono in fase di realizzazione interventi nel corridoio Scandinavia-Mediterraneo per ampliare la convenienza economica del traffico merci su rotaia, come l’adeguamento “a modulo 750” dei binari di alcune stazioni realizzando binari per la circolazione di convogli merci di lunghezza fino a 750 m e l’adeguamento a sagoma “alta” delle gallerie della Prato-Bologna, per il passaggio dei container”.
“Le merci in arrivo o in partenza dal porto di Livorno dovranno pur essere movimentate, e se non risulterà agevole e conveniente farlo tramite la ferrovia si riverseranno inevitabilmente sul sistema stradale, – concludono – una movimentazione agevole e conveniente sulla ferrovia faciliterà anche lo sviluppo del porto. E’, dunque, necessario un adeguamento dei collegamenti ferroviari e di tutte le strutture dell’interporto di Guasticce per assicurare un incremento delle potenzialità di spostamento delle merci, alleggerendo allo stesso tempo il carico del trasporto merci su strada e in particolare sulla Fi-Pi-Li, vista la vicinanza con l’interporto”.