CAMPI BISENZIO – Presentazione “di lustro” sabato 29 marzo per la rassegna “Uno scrittore fra noi”, promossa dal circolo Mcl don Renzo Paoli e dalla sezione di San Piero a Ponti della Misericordia di Campi Bisenzio. Alle 17, infatti, si parlerà del libro di Romanello Cantini (nella foto) dal titolo “Il museo degli errori – Storia del del debito pubblico italiano”, volume postumo edito da Jaca Book. Un bel momento di confronto, insomma, grazie a un libro che ripercorre la storia della creazione del nostro debito pubblico, non solo come malgoverno, ma anche come risposta alle grandi emergenze che hanno attraversato il Paese. Non a caso la storia del debito italiano è inserita nel quadro di una vera storia sociale, economica e politica dell’Italia repubblicana, un periodo in cui la tensione morale e ideale attribuiva alla politica una progettualità molto più ambiziosa di quella che le è riservata oggi. Confronto che vedrà come protagonisti il figlio dell’autore, Lapo Cantini, che dialogherà insieme a Giovanni Pallanti, giornalista e scrittore, e Pier Luigi Ballini, già professore ordinario di Storia all’Università degli Studi di Firenze.
“Romanello Cantini – scrive nella prefazione il figlio Lapo – non fa sconti a nessuno. Governi tecnici, politici, di pentapartito o, più recentemente, di centrodestra o di centrosinistra: nessuno è immune da colpe”. Eppure, Romanello Cantini non giudica necessariamente negativa la politica di indebitamento. In alcuni momenti, le motivazioni – continua – furono “più che nobili. Fra queste il tentativo di ridurre l’occupazione, la volontà di accorciare la disuguaglianza fra Nord e Sud, l’impegno a ridurre l’emigrazione. Ancora oggi gli italiani devono al debito pubblico contratto allora il fatto di avere raggiunto, con il più alto risparmio individuale, il più grande livello di possesso di beni mobili e immobili in Europa”.
Come si legge nella presentazione, infatti, il libro “racconta in modo dettagliato come si è formato negli ultimi settanta anni il debito pubblico italiano che, come è noto, è uno dei più alti del mondo”. A ciò hanno concorso diversi fattori. “scelte assistenziali di governi, forze politiche e sindacati”, “pensioni precoci, passivi delle aziende delle partecipazioni statali” e così via, ma anche decisioni adottate in alcuni momenti particolari, come quella compiuta da “Andreatta e Ciampi che, vietando alla Banca d’Italia di acquistare titoli del Tesoro, fece aumentare enormemente gli interessi dei titoli pubblici”, senza risparmiare le politiche di austerità e il “debito pubblico accumulato dal governo Monti in ossequio alla volontà della Commissione Europea”. Di ognuna di queste decisioni il libro “ricostruisce la storia indicandone protagonisti e responsabilità”