CAMPI BISENZIO – Un indagato. Ritenuto responsabile del reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (il cosiddetto “caporalato”) e di violazioni varie in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro”. Questo l’esito dell’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro di Firenze e disposta dalla Procura della Repubblica, per un’attività investigativa frutto di un lavoro in sinergia che ha visto il coinvolgimento dell’Arma territoriale e, nello specifico, del Comando Stazione Carabinieri di Campi Bisenzio.
Le indagini, infatti, portate avanti dal luglio 2024 al marzo di quest’anno, hanno consentito di disarticolare un sistema di occupazione al lavoro in condizioni di sfruttamento di diversi lavoratori di nazionalità straniera, che versavano in grave stato di bisogno, giunti clandestinamente in Italia, e impiegati come parrucchieri/barbieri presso due negozi di barberia con sede rispettivamente a Campi Bisenzio e Firenze. Complessivamente sono state cinque le persone identificate e sfruttate, tutte di nazionalità marocchina, quattro delle quali in possesso di richiesta permesso di soggiorno per protezione internazionale.
La spinta decisiva è arrivata a seguito di un controllo, effettuato dai militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del lavoro, presso una delle suddette barberie, nella cui circostanza, oltre a riscontare violazioni in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, sono stati raccolti i primi elementi per avviare l’attività d’indagine. Che ha permesso di accertare l’esistenza di un consolidato sistema di impiego al lavoro, messo in atto dall’indagato, nei confronti di suoi connazionali privi di qualsiasi altro mezzo di sostentamento diverso dall’irrisoria paga oraria percepita presso le due barberie. L’indagine ha permesso inoltre di acclarare che i lavoratori, tutti regolari sul territorio italiano, percepivano un compenso orario variabile dai 3 ai 5 euro l’ora, in difformità rispetto ai minimali retributivi previsti dal Contratto collettivo di riferimento, pari a 8,75 euro l’ora oltre a contributi e premi assicurativi; nonché reiterate violazioni della normativa relativa all’orario di lavoro effettuando dalle 10 alle 12 ore di lavoro giornaliero, senza usufruire di riposo settimanale; omettendo infine anche ogni tipo di formazione in materia di sicurezza.