Aeroporto. Il sindaco Falchi “A chi dovrà servire la nuova pista?”

SESTO FIORENTINO – “L’organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato questa area una delle più inquinata d’Italia. E non è vero che la pista sarà monodirezionale verso Prato perché in tal caso l’aeroporto sarebbe ancora meno performante di quello attuale:si sorvolera anche Firenze”. È con queste due affermazioni fortissime che Enrico Cortignani, del comitato campigiano No Aereoporto, […]

SESTO FIORENTINO – “L’organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato questa area una delle più inquinata d’Italia. E non è vero che la pista sarà monodirezionale verso Prato perché in tal caso l’aeroporto sarebbe ancora meno performante di quello attuale:si sorvolera anche Firenze”. È con queste due affermazioni fortissime che Enrico Cortignani, del comitato campigiano No Aereoporto, ha aperto l’assemblea stasera 29 marzo all’Auser di via Pasolini.
“Il fatto che parte della Piana sia degradata non è un alibi per completare la distruzione facendo la pista, ma doveva casomai spingere a realizzare il parco agricolo della Piana – ha esordito il sindaco Lorenzo Falchi – ma non c’è solo l’aspetto ambientale. C’è il discorso del polo scientifico, che ovviamente risentirà in modo pesante della presenza della pista”. Ma secondo Falchi c’è di più. “È lo stesso modello di sviluppo economico che mettiamo sotto accusa. E che tipo di sviluppo sociale vogliamo: a chi dovrà servire la nuova pista con tutte le sue conseguenze? Concludo sottolineando il modo con cui si sta portando tutto questo: continui attacchi alle istituzioni, ai sindaci compreso quello di Prato, pagine acquistate sui giornali da parte di Toscana Aeroporti. E tra ricorsi al Tar e litigi, un conflitto tra istituzioni senza precedenti”.
L’avvocato Guido Giovannelli ha spiegato tutto l’iter dei ricorsi contro la nuova pista aeroportuale. E come il Tar nel 2017 abbia accolto tanta parte dei ricorsi e dichiarato 8 punti di criticità come la necessità di realizzazione di opere compensative da fare prima, non dopo, la realizzazione della pista, oltre all’incompatibilita della pista con i siti naturali, con siti di interesse artistico e la presenza di un inequivocabile rischio idraulico. Dopo la conferenza dei servizi e le ultime decisioni che paiono non tenere conto ne dei punti di criticità ne di alcuni iter necessari, comitati e istituzioni locali hanno fatto un ulteriore ricorso e la sentenza è quella che si attende il 3 aprile. “Auspichiamo che non ci siano rinvii e che il Tar non si smentisca- ha detto l’avvocato Giovannelli- amareggia che non sia stata bloccata la conferenza dei servizi come sarebbe stata opportuno”. Ovviamente l’avvocato e i comitati sperano che non ci sia bisogno di un ulteriore ricorso; ma qualora il nuovo decreto ministeriale dovesse dare ragione alla pista loro sono pronti. “Un aspetto è particolarmente fastidioso di come stanno portando avanti questa campagna per la pista – ha detto Falchi – Quello di utilizzare gli abitanti di Peretola Brozzi è Quaracchi ponendo un noi contro loro. Quando le responsabilità della situazione di quelle zone sono di quegli che oggi hanno interesse nella nuova pista per i loro guadagni e si fanno scudo degli abitanti di Peretola”.

Francesca Gambacciani