Alessandro Martini, dalla “Grande Firenze” alla Piana: “Alle regionali? Sosterrò il Pd e i candidati Monni e Cappellini”

SESTO FIORENTINO – Il suo nome era emerso anche per una possibile candidatura alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Nel Collegio 4, quello della Piana. Poi il partito, il Partito Democratico, è andato in un’altra direzione. E lui si è rimesso al lavoro nel suo ruolo di assessore al Comune di Firenze. Lui […]

SESTO FIORENTINO – Il suo nome era emerso anche per una possibile candidatura alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Nel Collegio 4, quello della Piana. Poi il partito, il Partito Democratico, è andato in un’altra direzione. E lui si è rimesso al lavoro nel suo ruolo di assessore al Comune di Firenze. Lui è Alessandro Martini, sestese doc, fiorentino d’adozione per motivi professionali, che ha scelto Piananotizie – e di questo lo ringraziamo – per dire la sua in vista dell’appuntamento con le urne che deciderà il nuovo Consiglio regionale. Lo abbiamo incontrato questa mattina a Sesto Fiorentino ed è stata l’occasione per parlare di elezioni ma anche di Piana e Grande Firenze. E dei temi più importanti che riguardano un territorio che da tempo rappresenta “un unico insieme”.

Da cosa partiamo?
“Parlo come assessore della giunta fiorentina e della Città metropolitana che al tempo stesso può portare un’importante esperienza personale. Una vita nella Piana, ho sempre lavorato a Firenze, dove ho potuto dire la mia anche nel mondo del sociale. Da qui la decisione di sottolineare l’importanza di un territorio che va, che deve andare al di là dei rispettivi confini comunali. Dove serve un contributo concreto allo sviluppo della qualità della vita ed è necessario garantire quella crescita di cui hanno bisogno sia l’area metropolitana che tutta la regione”.

In questi anni non sempre è andata così…
“Purtroppo non sempre ha prevalso questa idea di coesione e di unità che invece avrebbe potuto risultare preziosa e decisiva, questa forza di eleaborazione, programmazione e progettazione condivise che devono crescere e svilupparsi con l’obiettivo unitario di realizzare opere e servizi a vantaggio di una comunità articolata e diversa ma unica nelle sue aspettative e nei suoi bisogni”.

In che modo?
“Se il nome Firenze è senz’altro il motore, la spinta propulsiva che ha sempre dato lustro, la realtà circostante, soprattutto nella Piana, è stata di pari passo un territorio di grande laboriosità e impegno di qualità. Sono due facce di un’unica medaglia. E questo, ma non solo ovviamente, come sottolineato di recente dai primi cittadini di Firenze ma anche della provincia, occorre farlo collimare, “renderlo coerente” con la scelta di ripensare, e anche velocemente, una serie di servizi integrati, di arrivare a una mobilità più efficiente, di realizzare progetti di sviluppo economico, sociale, culturale e unitario”.

A cosa si riferisce in particolare?
“Il mio è un pensiero a 360 gradi, che va dalle aree industriali di qualità al Polo universitario e di ricerca al grande patrimonio storico e culturale che ci circonda. Tutto ha bisogno di più attenzione, anche per ciò che rappresenta nelle aree intorno a Firenze”.

Un obiettivo ambizioso…
“Personalmente sogno un territorio dove, in uno stile di condivisione fra le diverse amministrazioni comunali, si riescano far prevalere le ragioni di una buona politica, una politica che, ascoltando tutti, sappia con responsabilità decidere e trovare così le ragioni di un giusto equilibrio fra sviluppo e salute, crescita e attenzione alle persone. In questo quadro si possono inserire tutti gli approfondimenti necessari rispetto a opere e interventi di cui si parla da decenni e che ancora oggi non hanno trovato alcuna soluzione. Penso all’ampliamento dell’aeroporto, che non a caso insiste su due Comuni diversi, e allo smaltimento dei rifiuti, con tutte le conseguenze che ne derivano”.

Sarà d’accordo con me che quello che stiamo vivendo è un periodo estremamente complicato…
“Questo è un tempo caratterizzato purtroppo dagli aspetti nefasti della pandemia, che purtroppo è stata causa di tanti problemi per quanto riguarda l’economia, la salute ma anche i rapporti personali. E fra le diverse considerazioni che ci può far fare, ci obbliga ad alzare lo sguardo verso un mondo ormai globalizzato, con tutte le sfide che comporta. Ma contemporaneamente ci può aiutare anche a ritrovare quelle necessarie e positive relazioni nelle e fra le diverse comunità rappresentate dai nostri territori, che hanno bisogno di ritrovare al loro interno più vivacità identitaria e di ripartire nel dialogo fra di loro. In un contesto in cui spesso si abita nella Piana e si lavora a Firenze, o viceversa, dobbiamo rafforzare senza esitazione le ragioni di una vera costruzione di un sistema solido e coeso di relazioni, progetti e servizi integrati a vantaggio di tutti”.

Ci faccia un esempio concreto…
“La parola d’ordine potrebbe essere crescita nella responsabilità e nella responsabilità condivisa”.

Ci stiamo avvicinando alle elezioni regionali: potrebbe arrivare da lì la svolta da lei auspicata?
“Per quanto mi riguarda e nel ruolo che mi trovo a occupare, tutta la più convinta disponibilità, servizio, tempo e passione come ho sempre fatto per gli obiettivi da raggiungere. E, in questa ottica, auspico che ci sia la più ampia partecipazione possibile al voto del 20 e 21 settembre. Inoltre, in coerenza con il mio impegno civico e politico, mi permetto di esprimere la mia opzione di voto per il centro-sinistra come aggregazione politica, quella più in grado di essere protagonista nel ruolo centrale che la Regione avrà sullo sviluppo dell’area metropolitana fiorentina. E, in particolare, sostenendo il Pd come forza principale di questa aggregazione, con un’attenzione altrettanto particolare ai due candidati che ritengo più all’altezza di portare avanti queste istanze: la consigliera uscente Monia Monni e il vice-sindaco di Lastra a Signa Leonardo Cappellini che hanno dimostrato, nei rispettivi ruoli, di essere persone in grado di mantenere e concretizzare quello che dicono e che viene loro chiesto”.