FIRENZE – “La Toscana ha ricevuto 640 milioni di euro a partire dal 2010 per contrastare il rischio idrogeologico. Non è intellettualmente onesto scaricare la responsabilità sul Governo per la mancanza di opere infrastrutturali e di mitigazione del rischio. È proprio sul tema delle risorse che non è stato possibile trovare una sintesi con la maggioranza e approvare un’unica relazione conclusiva dei lavori della Commissione d’Inchiesta sull’alluvione. La relazione di minoranza, i cui capisaldi sono contenuti anche nell’ordine del giorno approvato oggi all’unanimità dal Consiglio, fornisce comunque elementi utili perché la Regione e il governatore Giani, nel suo ruolo di commissario straordinario, cambino finalmente passo sulla messa in sicurezza del territorio”: lo dicono Elisa Tozzi, presidente della Commissione d’inchiesta sull’alluvione e consigliere regionale di Fratelli d’Italia, il capogruppo della Lega Elena Meini e il capogruppo di Forza Italia Marco Stella.
“Serve una programmazione più puntuale che tenga conto realmente delle mappe di pericolosità idraulica, così come una nuova centralità dell’autorità di Distretto, – hanno aggiunto – ma soprattutto serve velocizzare la messa a terra delle opere e impiegare in tempi consoni le risorse che arrivano da Roma e dall’Europa. Altri rallentamenti come quelli riscontrati nella realizzazione delle casse di espansione di Figline non sono tollerabili. C’è poi una emergenza che riguarda il reticolo minore e la manutenzione dei corsi d’acqua. Pensiamo al torrente Marina di Campi Bisenzio, è al centro di un accordo di programma del 1998, risalente a ben 27 anni fa, eppure continua a dare problemi, perché in 27 anni, a volte, non si riesce neanche a rifare degli argini”.
“Le alluvioni succedutesi in questi anni dovrebbero aver fatto prendere coscienza a chiunque della necessità di mettere in sicurezza il territorio e di intervenire puntualmente e con velocità per fare tutti i lavori di manutenzione e concludere le grandi opere. Lasciarle sulla carta per tutti questi anni ha fatto solo lievitare i costi, anche fino al 200 per cento. Almeno 100 milioni di euro, per le opere previste della sola provincia di Firenze, persi a causa della burocrazia. Non si perda più tempo” concludono Tozzi, Meini e Stella.