“Anche i signesi abbiano i loro referendum”: mozione di Uniti per Signa

SIGNA – Sì, no, sì, no… Quante volte, chiamati al voto per un referendum, ci siamo divisi fra un sì o un no. Una divisione che a Signa “parte” ancora prima. “Quella dell’istituto referendario nel Comune di Signa – dicono Gianni Vinattieri, capo gruppo di Uniti per Signa (nella foto), e Matteo Mannelli – è una […]

SIGNA – Sì, no, sì, no… Quante volte, chiamati al voto per un referendum, ci siamo divisi fra un sì o un no. Una divisione che a Signa “parte” ancora prima. “Quella dell’istituto referendario nel Comune di Signa – dicono Gianni Vinattieri, capo gruppo di Uniti per Signa (nella foto), e Matteo Mannelli – è una situazione paradossale: lo prevede lo Statuto comunale ma la mancanza di “un apposito regolamento che stabilisce le procedure di ammissibilità, le modalità di raccolta firme, lo svolgimento delle consultazioni, la loro validità e proclamazione del risultato” lo rende di fatto inutilizzabile. Con un grave vulnus istituzionale – Statuto inapplicabile in alcune parti – e democratico, ovvero con i cittadini privati di un loro diritto”.

“D’altronde, dal 2009 a oggi, – aggiungono – la questione è stata più volte sollevata in consiglio comunale: con quattro mozioni approvate all’unanimità e poi lasciate su un binario morto. In tutti i casi è stata determinante la mancanza di volontà politica del Partito Democratico. a criticità, inoltre, si estende anche alle altre due forme di partecipazione popolare: per le petizioni mancano i criteri di esame che dovrebbero essere definiti nel regolamento del consiglio comunale e per l’istituto della proposta manca un regolamento per l’ammissibilità e l’istruttoria della medesima. Con il risultato di aumentare il pressappochismo istituzione e ledere i diritti democratici dei cittadini”.

“Vista la fase iniziale di una consiliatura che presenta novità di contesto e di personale politico, proporremo nel consiglio comunale del 25 luglio una mozione tesa a rendere applicabile le istanze statutarie e rendere sostanziali i diritti di partecipazione popolare dei cittadini signesi. Con un coinvolgimento diretto del consiglio comunale e con tempistiche certe per l’iter di approvazione dei provvedimenti”.

“Da un punto di vista politic – concludono – la palla passa al Partito Democratico, al sindaco e alla nuova giunta: perché dovranno esprimere con chiarezza, senza furbizie e infingimenti, se esiste, oppure no, la volontà politica di dare ai signesi la possibilità democratica di celebrare referendum su grandi questioni che riguardano la comunità e la città”.