Biagio ucciso con una fucilata alla gola. La rabbia e lo sconforto di chi lo ha “amato”

SIGNA – La domenica dovrebbe essere dedicata, per principio, alle storie belle. O alle belle storie, decidete voi. Le storie di cui, tutti, abbiamo bisogno in questo periodo. Quella che stiamo per raccontarvi però non ha niente di bello, anzi. La speranza è che serva almeno a far riflettere un po’. La storia è quella […]

SIGNA – La domenica dovrebbe essere dedicata, per principio, alle storie belle. O alle belle storie, decidete voi. Le storie di cui, tutti, abbiamo bisogno in questo periodo. Quella che stiamo per raccontarvi però non ha niente di bello, anzi. La speranza è che serva almeno a far riflettere un po’. La storia è quella di Biagio. Biagio non era “solo” un gatto. Biagio era parte integrante di una famiglia che, da anni ormai, vive in via delle Prata, ai Colli, e che da sempre è amante degli animali. Non a caso, oltre a due cani, in casa c’erano anche quattro gatti, tutti “cippati”. Per cui, una volta che Biagio è stato ritrovato, morto, è arrivata anche l’amara conferma di quello che era un terribile sospetto. Tamara, infatti, che ha denunciato l’accaduto su Facebook, si è recata dal veterinario per certificare la morte del gatto e la radiografia effettuata “ha testimoniato”, visto il numero di pallini sparsi un po’ per tutto il “corpo”, che l’animale era stato ucciso da una fucilata alla gola. Un unico colpo di fucile.

La zona, tutto sommato tranquilla, è quella delle villette a schiera a ridosso del fosso Chiella, macchine parcheggiate ordinatamente, tanti giardini curati, una lunga distesa di campi davanti, quella campagna toscana che, nelle giornata di sole e girandosi a 360 gradi, ti fa letteralmente innamorare. Appena un po’ più in là via Pistoiese a dividere il territorio signese da quello campigiano. In quei campi, però, di proprietà privata, ci sono anche alcuni capanni di cacciatori che secondo un gruppo di cittadini residenti nei pressi, fra cui appunto Tamara, sono troppo vicini alle case. E da una di quelle case Biagio, due anni e mezzo, era uscito per una delle sue passeggiate.

E quando, dopo un paio di giorni, non era rientrato, Tamara ha iniziato a insospettirsi. Poi qualcuno lo ha visto, privo di vita, su una delle due sponde del Chiella, quella più vicina alle abitazioni, incastrato fra i rovi e recuperarlo non è stato per niente facile, aggiungendo sconforto allo sconforto in chi di quel gatto si era subito innamorato. “Sono sconcertata, – ci ha raccontato Marisa – il gatto è stato ucciso con una fucilata diretta alla gola. Io non so se il colpo è stato sparato volontariamente o se è partito “accidentalmente” perché, chi ha sparato, magari ha visto muovere qualcosa fra l’erba. So solo che la fucilata è partita in direzione delle case, in linea d’aria sono duecento metri, e questa cosa non va assolutamente bene. E’ la prima volta che accade un episodio del genere ed è veramente assurdo”. Oltre alla denuncia fatta dai Carabinieri, Tamara ha raccontato l’accaduto su Facebook, anche con toni “crudi” ma che fanno capire benissimo il suo stato d’animo: “Non commento oltre – ha scritto – perché la rabbia e il dolore sono grandi. Forse per molti sarà stato solo un gatto che passeggiava vicino a casa sua”. Quella casa dove purtroppo non è più tornato.