Bilancio 2013, “per la Corte dei Conti gravi irregolarità”

CAMPI BISENZIO – La Sezione controllo della Corte dei Conti ha emesso in data 30 marzo una pronuncia per “irregolarità contabili” in merito al bilancio consuntivo 2013. A dirlo è il capogruppo di Forza Italia e vicepresidente della commissione Bilancio, Paolo Gandola. “Appena pochi mesi noi di Forza Italia – scrive Gandola in una nota – […]

CAMPI BISENZIO – La Sezione controllo della Corte dei Conti ha emesso in data 30 marzo una pronuncia per “irregolarità contabili” in merito al bilancio consuntivo 2013. A dirlo è il capogruppo di Forza Italia e vicepresidente della commissione Bilancio, Paolo Gandola.

“Appena pochi mesi noi di Forza Italia – scrive Gandola in una nota – rendemmo noti i risultati della relazione sulla finanza locale elaborata dalla Corte dei Conti che vedeva il Comune di Campi Bisenzio in fondo alla classifica avendo ricevuto su 12 anni ben 8 pronunce di gravi irregolarità contabili. Il sindaco Emiliano Fossi replicò stizzito alle valutazioni di Forza Italia affermando che “la Maglia nera” attribuita al Comune riguardavano bilanci redatti dalle precedenti amministrazione (dove comunque Fossi era assessore) affermando altresì che sotto la sua guida tutto fosse cambiato e si fosse realizzata una vera e forte discontinuità”. “Pochi giorni fa, in sede di discussione del bilancio consuntivo 2014, l’assessore De Feo aveva accennato a questa pronuncia senza però inviarla ai consiglieri comunali che hanno avuto piena contezza solo stamani. La pronuncia – continua Gandola – rappresenta finalmente un punto fermo e incontrovertibile che testimonia come il nuovo corso della Giunta Fossi non abbia rappresentato alcuna discontinuità e anzi abbia configurato un grave e pericoloso peggioramento rispetto alle Giunte precedenti giacché stavolta la pronuncia della Corte dei conti risulta essere corposissima di ben 12 pagine ravvisando ‘situazioni patologiche contrarie ai principi di sana gestione e sostenibilità finanziaria’”.

Gandola entra nel merito della pronuncia, spiegando che la Corte dei Conti “ha rilevato come l’ente abbia contabilizzato in modo non corretto l’anticipazione di liquidità concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti, accertando tale entrata derivante dall’anticipazione senza provvedere contestualmente l’impegno della spesa in uscita. L’operazione pertanto, non è risultata neutra determinando un risultato di amministrazione non corretto. L’errata modalità di contabilizzazione adottata ha altresì alterato il risultato della gestione di competenza che seguendo le modalità corrette sarebbe risultato negativo pari a 1.357.880,51 euro”. “Tale anticipazione – scrive Gandola – doveva essere contabilizzata in modo diverso per evitare che le somme oggetto dell’anticipazione concorressero alla determinazione del risultato di amministrazione generando effetti espansivi della capacità di spesa. L’ente invece ha realizzato una eccedenza della competenza investimenti che ha contribuito al finanziamento del fondo svalutazioni crediti e alla compensazione del risultato negativo della gestione residui derivante dalla cancellazione dei residui attivi non vincolati di parte corrente. Diversamente da quanto previsto nel bilancio consuntivo 2013 l’ente per quella gestione finanziaria non ha riportato nessun avanzo di amministrazione pari a 1.882.980,71 euro come scritto nel bilancio 2013, votato in Consiglio e altresì comunicato dall’ente,  bensì un disavanzo sostanziale di amministrazione pari a 2.544.571,21”.

“La Corte, in secundis – prosegue il consigliere – in merito alla capacità di indebitamento ha accertato che le somme iscritte a titolo di entrata a seguito della suddetta concessione dell’anticipazione di liquidità ha costituito per l’ente una effettiva fonte di finanziamento del bilancio. Tali risorse pari a 1.875.029,34 dovevano  essere utilizzate per ricostruire le risorse di cassa necessarie al pagamento di spese già finanziate e non potevano costituire finanziamenti di una nuova spesa. La corte dunque ha rilevato una violazione fattuale del vincolo dell’art 119 Cost che rappresenta un principio cardine dell’ordinamento la cui violazione è considerata una irregolarità particolarmente grave. Infine è stata rilevata la non corretta quantificazione dello stock del debito di finanziamento nel conto del patrimonio. L’errata determinazione risulta conseguente alla contabilizzazione dell’anticipazione di liquidità tra le voci di entrata relativi ai mutui e prestiti”.

“Adesso – attacca Gandola – il sindaco Fossi chieda scusa davanti alla Città e faccia non uno ma bensì 10 passi indietro. Noi di Forza Italia lo attendiamo in Consiglio comunale il 19 maggio con la speranza che sia in aula e non impegnato altrove come accaduto il 30 aprile quando è stato votato il Consuntivo 2014 con il sindaco ‘in contumacia’. E’ tempo, per il sindaco e la Giunta, di assumersi, pienamente, le proprie responsabilità e riconoscere il proprio fallimento”.