Campriani: “Doping, che tristezza: in Russia come in Germania Est”

SESTO FIORENTINO – “Provo una grande tristezza, perchè intendendo lo sport in quel modo hanno distrutto delle vite quando invece la pratica di una disciplina, se ne viene fatto buon uso, le vite le salva”. Il pluriolimpionico del tiro Niccolò Campriani mostra il suo sconcerto per le prime ammissioni da parte della Russia, relative alla somministrazione […]

SESTO FIORENTINO – “Provo una grande tristezza, perchè intendendo lo sport in quel modo hanno distrutto delle vite quando invece la pratica di una disciplina, se ne viene fatto buon uso, le vite le salva”. Il pluriolimpionico del tiro Niccolò Campriani mostra il suo sconcerto per le prime ammissioni da parte della Russia, relative alla somministrazione di doping “di massa ad atleti, un sistema di propaganda che mi ricorda quello della Germania Est…”. “La cosa purtroppo non mi stupisce, – dice ancora Campriani – era nell’aria perché diciamo che sui russi c’era stata una certa evidenza. La tristezza la provo per chi ha gareggiato contro chi aveva barato e per i russi stessi, che sono stati i primi a rimetterci. I primi a perderci sono gli atleti, perché credo sia brutto vincere un oro olimpico e poi non potersi guardare allo specchio”. In tutta questa vicenda sembra difficile trovare dei lati positivi, però Campriani di una cosa è certo: “E’ arrivato il momento di fare una pulizia profonda, colpendo non solo gli atleti ma anche, e soprattutto, chi stava intorno a loro”. Il punto fondamentale, per l’atleta sestese, è che deve tornare in auge l’idea dello sport pulito e come strumento di crescita, lasciando perdere l’ossessione delle vittorie e dei medaglieri. Raccontiamolo nel modo giusto, e basta con il culto del risultato: basta con l’idea di un oro che rende eroi mentre un quarto posto è un flop quando invece avrebbe molte più storie dietro. Una vittoria ai Giochi deve diventare la conseguenza di un percorso di vita”.