“Caro Lorenzo” Sesto Acuto scrive al futuro sindaco

SESTO FIORENTINO – “Caro Lorenzo” inizia così la lettera aperta che l’associazione A Sesto Acuto, invia a quello che sarà il sindaco di Sesto Fiorentino che una volta uscito dal ballottaggio di sicuro si chiamerà Lorenzo visto che i due candidati sono Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana e Lorenzo Zambini del Centrosinistra. “Ci permettiamo il […]

SESTO FIORENTINO – “Caro Lorenzo” inizia così la lettera aperta che l’associazione A Sesto Acuto, invia a quello che sarà il sindaco di Sesto Fiorentino che una volta uscito dal ballottaggio di sicuro si chiamerà Lorenzo visto che i due candidati sono Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana e Lorenzo Zambini del Centrosinistra. “Ci permettiamo il tono colloquiale perché dei circa 60 professionisti presenti nell’Associazione, tra cui architetti, ingegneri, geometri, periti, quasi tutti sono concittadini che ti troverai a dover amministrare – si legge nella lettera – Ti chiediamo di cambiare l’inerzia su cui si è avvitata buona parte della città, soprattutto il centro cittadino, e di dare impulso alla macchina tecnico-amministrativa oggi paurosamente ingolfata”. E questa volta la richiesta che viene rivolta al sindaco che uscirà dal ballottaggio è per il regolamento urbanistico.

“Il Regolamento Urbanistico è invecchiato precocemente – prosegue la lettera – e non risponde più alle esigenze della città: norme farraginose, articoli contradditori, quantità enormi di regole inutili che, con la filosofia del ‘meglio prevenire che curare’ intendono combattere un tessuto sociale spesso e volentieri sano, niente affatto afflitto da malattie. Molti articoli del Regolamento Edilizio impongono vincoli di vario genere senza che se ne riscontri la necessità, come a voler regolare intenzioni ipotetiche e non processi edilizi in atto. Non siamo malati al punto di essere curati con un’ingessatura della dignità professionale”. Secondo Sesto Acuto “La città è praticamente mummificata – si legge nella lettera – il nuovo costruito è trattato secondo una logica lottizzativa ‘a fin di bene’, istituendo ambiti di trasformazione che ottengono superfici pubbliche attrezzate a fronte di uno scotto da pagare in termini di lotti edificabili. Ma la logica pubblica dovrebbe sottrarsi al vecchio gioco delle parti, trattando il costruito tutto, anche quello potenziale, come una risorsa per riqualificare il margine dello spazio collettivo. Anche il masterplan dell’aeroporto ci fa capire come sia facile procedere per compartimenti stagni: solo un masterplan generale, sistematico, organico ed unitario dell’intera piana può garantire una speranza di futuro all’intera comunità metropolitana.
Il tempo stringe, ed istituire un tavolo critico e sistematico di confronto con gli enti intermedi, qual è la nostra associazione, già in grado di mediare tra cittadini ed istituzione, può essere una proficua modalità condivisa, chiaramente nel doveroso rispetto dei ruoli, per uscire con urgenza dal terribile impasse che ci affligge oramai da tempo”.