ChiantiBanca, il presidente Bini Smaghi presenta la sua “squadra”

CAMPI BISENZIO – Domenica 14 maggio si terrà la prossima assemblea dei soci di ChiantiBanca. E per la prima volta da anni la banca ha registrato un bilancio negativo; insomma, non sarà una assemblea come le altre. Una parte degli amministratori e il vertice esecutivo hanno dato le loro dimissioni e al rinnovo delle cariche […]

CAMPI BISENZIO – Domenica 14 maggio si terrà la prossima assemblea dei soci di ChiantiBanca. E per la prima volta da anni la banca ha registrato un bilancio negativo; insomma, non sarà una assemblea come le altre. Una parte degli amministratori e il vertice esecutivo hanno dato le loro dimissioni e al rinnovo delle cariche sociali si presentano due liste alternative. “E’ necessario fare chiarezza, – si legge in una nota – per il futuro della nostra banca, per tutelare il risparmio dei soci e dei clienti”.
“Nel 2016 ChiantiBanca ha registrato un passivo pesante, circa 90 milioni, che ha eroso poco meno di un terzo del capitale. Questo passivo è stato provocato dalle rettifiche su crediti erogati negli ultimi venti anni. Una larga parte delle rettifiche riguarda addirittura il periodo anteriore al 2010, prima non solo delle recenti incorporazioni delle BCC di Prato e di Pistoia ma anche della fusione tra la Banca del Credito Cooperativo del Chianti fiorentino e quella di Monteriggioni. Le rettifiche riflettono, con anni di ritardo, le politiche di erogazione del credito di quegli anni, non sufficientemente attente alla gestione del rischio. Registrare una perdita è doloroso. Riduce lo spazio all’attività di cooperazione sul territorio. Ma la colpa non è di chi ha fatto pulizia, bensì di chi ha gestito male la banca negli anni precedenti”.
ChiantiBanca tuttavia ci tiene a ribadire la propria solidità: “Fatte le rettifiche, ChiantiBanca rimane con una dotazione di capitale superiore ai requisiti, che consente di continuare a svolgere un ruolo fondamentale per l’economia toscana. Deve però cambiare, altrimenti corre il rischio, nel giro di poco tempo, di ricadere negli stessi problemi del passato. Gli effetti ricadrebbero direttamente sul territorio, sui soci, sui clienti”.
“Il ruolo di ChiantiBanca è quello di colmare il vuoto lasciato in Toscana dai grandi istituti di credito, interessati principalmente ai volumi e alle dimensioni, e dagli istituti più piccoli, la cui dimensione non consente di sviluppare prodotti e servizi in grado di fare veramente la differenza, per le famiglie, per le piccole e medie imprese, per gli artigiani, per le amministrazioni locali. E per svolgere questo ruolo c’è bisogno, alla guida della Banca, di una squadra composta di persone serie, qualificate, con profondo senso etico e del rispetto delle regole, legate – anzi, innamorate – del loro territorio, al servizio del quale vogliono con rispetto ed umiltà dedicare le loro”.
Questa la “squadra” scelta da Lorenzo Bini Smaghi: Elisabetta Montanaro (73 anni, professore ordinario all’Università di Siena di gestione bancaria), Emilio Bertini (69 anni, commerciante), Massimo Brogi (60 anni, agente immobiliare), Niccolò Brandini Marcolini (63 anni, socio dello studio Proeco di Monteriggioni), Lorenzo Checcucci (52 anni, presidente e direttore tecnico della società “Vega Ingegneria srl), Alberto Guarnieri (49 anni, perito elettronico), Giuseppe Liberatore (62 anni, direttore generale del vino e dell’olio Chianti Classico), Diletta Marzi (39 anni, avvocato), Pierpaolo Pantanelli (49 anni, avvocato), Serena Pucci (43 anni, amministratore in società di gestione e realizzazione di patrimoni immobiliari), Oliviero Roggi (47 anni, professore universitario di finanza, banca e risk management presso l’Università di Firenze), Maria Lucetta Russotto (50 anni, dottore commercialista e revisore contabile), Duccio Bari (54 anni, avvocato), Stefano Maestrini (68 anni, ingegnere) e Giancarlo Zucca (58 anni, commercialista).