Città metropolitana: ok al Piano strategico, unico no da Sesto

SESTO FIORENTINO – “Accessibilità universale, opportunità diffuse e terre del benessere”: sono questi i tre pilastri definiti nel piano strategico della Città metropolitana di Firenze – chiamato “Rinascimento metropolitano”- approvato all’unanimità dal Consiglio metropolitano e con un solo voto contrario dalla Conferenza dei sindaci, quello espresso dal primo cittadino di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi (nella […]

SESTO FIORENTINO – “Accessibilità universale, opportunità diffuse e terre del benessere”: sono questi i tre pilastri definiti nel piano strategico della Città metropolitana di Firenze – chiamato “Rinascimento metropolitano”- approvato all’unanimità dal Consiglio metropolitano e con un solo voto contrario dalla Conferenza dei sindaci, quello espresso dal primo cittadino di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi (nella foto). Un disegno che proietta l’ente al 2030 in un orizzonte temporale lungo 14 anni, il tempo limite fissato nero su bianco per realizzare gli obiettivi del piano. Con tanto di atlante del documento, una piattaforma online che illustra gli asset dell’elaborato. Così per dare seguito “all’accessibilità universale” verrà introdotto il biglietto integrato metropolitano (gomma-ferro) con una tariffa a fasce territoriali. Inoltre saranno create le superstrade ciclabili come “la ciclo-superstrada” Firenze- Sesto Fiorentino-Prato. Nell’area poi dovranno essere realizzati più nodi intermodali (aereo, treno, tram, autobus, auto, bici). C’è anche un impegno sulla banda larga, così come il Sentient City Control Room, un aggregatore di big data a livello metropolitano. Nel testo si propone inoltre di creare lo sportello unico di ambito metropolitano (Sum), ma anche lo “sportello per l’abitare”. C’è, ancora, il secondo capitolo, quello delle “opportunità diffuse”. Su questo fronte d’azione verrà definito “un nuovo brand metropolitano”, prevedendo il coinvolgimento di un gruppo pilota di grandi aziende e multinazionali del lusso, con più di 50 addetti. L’idea, poi, è quella di immettere dei “green bond”, delle obbligazioni cioè destinate a progetti che rispettano  l’ambiente, come la riconversione e la costruzione di impianti industriali che usano energie rinnovabili.

“Le mie perplessità – ha detto Falchi – derivano dalle scelte politiche strategiche nel Piano. Alcune visioni, a mio avviso, non sono corrette. Prendo atto che il Piano sia un work in progress, ma tre punti hanno sollevato le nostre perplessità e contrarietà: la poca attenzione all’industria e all’attività manifatturiera come anche all’innovazione tecnologica, e al circuito tra università, ricerca, aziende; manca il coordinamento delle attività di politiche sociali; infine, circa lo sviluppo infrastrutturale, il Piano guarda all’aeroporto come un asse portante, ma da un punto di vista ambientale ed economico, non pensiamo che sia ciò di cui ha bisogno del territorio. Le risorse accantonate per l’aeroporto sarebbero più utili per interventi di mobilità e intermodalità. L’aeroporto non è nella nostra visione un punto centrale”. Per Alessio Biagioli, consigliere di Articolo 1 Mdp e sindaco di Calenzano, “questo Piano è una buona partenza. Da questo lavoro possiamo trarre molti spunti interessanti. Ci vuole una cabina di regia che sviluppi per schede i punti di attuare. Faccio alcune esempi. Quando si parla di sviluppo territoriale e prendiamo il car sharing, questo rimane a Firenze e nei Comuni più vicini o anche all’intera area urbanizzata? Siamo partiti bene, ora dobbiamo mettere in campo un programmazione condivisa”. Sandro Fallani, consigliere delegato allo sviluppo economico e sindaco di Scandicci, registra nel Piano “un salto in avanti nella visione economica. Non si aumenta, peraltro, la quantità delle superfici produttive, ma si punta al riutilizzo degli spazi”.