Confesercenti: “Per le imprese la riapertura è una corsa ad ostacoli e contro il tempo”

CAMPI BISENZIO – Oltre 75mila imprese potrenno riaprire in Toscana a partire da lunedì 18 maggio. Imprese rimaste escluse dalla riapertura delle settimane precedenti. E’ quanto informa, in una nota Confesercenti, il cui presidente Nico Gronchi ribadisce che “l’accordo della notte tra Conferenza Stato-Regioni e Governo apre uno spiraglio importante, forse decisivo per uscire dall’incertezza che […]

CAMPI BISENZIO – Oltre 75mila imprese potrenno riaprire in Toscana a partire da lunedì 18 maggio. Imprese rimaste escluse dalla riapertura delle settimane precedenti. E’ quanto informa, in una nota Confesercenti, il cui presidente Nico Gronchi ribadisce che “l’accordo della notte tra Conferenza Stato-Regioni e Governo apre uno spiraglio importante, forse decisivo per uscire dall’incertezza che ha caratterizzato il tema delle riaperture fino ad oggi, ma il percorso per la riapertura si sta trasformando in una specie di corsa ad ostacoli e contro il tempo”.

Chi riaprirà? Delle 75mila imprese ci sono, tra le altre, 18.000 negozi, 10.000 ambulanti, 27.000 tra ristoranti e bar solo per citarne alcune. Tutte categorie, spiega Confesercenti, che “nei mesi infiniti di lockdown hanno lasciato sul terreno oltre 2.5 mld di fatturati e che adesso potranno tornare a respirare”. L’associazione fa due conti sulle perdite, “pesantissime”: la ristorazione meno 1.152.104.460; l’abbigliamento e calzature meno 414.143.100; Alloggio meno 575.164.500; commercio ambulante – 147.420.000.

“Non tutti vorranno o potranno riaprire subito, – ha continuato Gronchi – pesa il rischio di essere costretti a lavorare in condizioni antieconomiche, l’impatto della rigidità delle linee guida sulle attività o la paura di rimanere schiacciati tra l’aumento dei costi di gestione e il prevedibile calo dei ricavi”.

E’ chiaro che l’accordo sui protocolli di riapertura uguali – o molto simili per tutta Italia –  è forse l’elemento più importante. Quello più delicato riguardava ristoranti e pubblici esercizi, che se avessero applicato le linee Inail non avrebbero nemmeno potuto immaginare di aprire o mantenere in vita l’attività.

“Abbiamo fatto una battaglia pesante – ha continuato Gronchi – anche su questo aspetto senza arretrare di un millimetro e adesso l’accordo prevede 1 metro di distanza tra commensali e non altre invenzioni insostenibili. Intanto portiamo a casa prescrizioni che non distruggono un settore, la non responsabilità del titolare in caso di malattia e regole praticamente uguali in tutta Italia. Certamente sappiamo bene che per i ristoranti si dovranno trovare misure di sostegno straordinarie per ripartire, in particolare in quei luoghi in cui il turismo è azzerato, ma questa è un un’altra battaglia già iniziata su altri livelli”.