Congresso Pd, Bambagioni scrive a Renzi e Parrini: “Escludere Federico La Placa è strumentale”

SIGNA – Boom. Dopo i richiami all’unità dei giorni scorsi, arrivati da entrambe le componenti del Partito Democratico signese, quella renziana e quella bambagioniana, alla vigilia del congresso che porterà all’elezione del segretario, scoppia la bomba dell’esclusione di Federico La Placa dalla competizione. Alla base ci sarebbe un cavillo legato al tuo tesseramento nel Pd, […]

SIGNA – Boom. Dopo i richiami all’unità dei giorni scorsi, arrivati da entrambe le componenti del Partito Democratico signese, quella renziana e quella bambagioniana, alla vigilia del congresso che porterà all’elezione del segretario, scoppia la bomba dell’esclusione di Federico La Placa dalla competizione. Alla base ci sarebbe un cavillo legato al tuo tesseramento nel Pd, la miccia che rischia di innescare un clima già di per sé decisamente esplosivo. In attesa di capire quali saranno gli sviluppi, non solo futuri ma anche immediati, relativi appunto al congresso in programma domani, almeno fino a prova contraria, ma anche a quanto potrà succedere nel nostro Comune da qui ai prossimi mesi, Paolo Bambagioni è partito lancia in resta, scrivendo una lettera aperta al segretario nazionale del Pd Matteo Renzi e al segretario regionale Dario Parrini:

“Nonostante la vicenda delle 123 tessere sottoscritte dopo la chiusura dei termini e spesso all’insaputa dei diretti interessati, il segretario uscente Gabriele Scalini, Stefano Giorgetti e Monia Monni temono di perdere il congresso di domani, già regolarmente convocato e dunque cosa pensano di fare? Di eliminare l’avversario e fare il congresso con un candidato unico. Arrivare a pensare che l’attuale assessore al bilancio, sicurezza e ambiente, Federico La Placa, non sia un dirigente del Partito Democratico perché non ha rinnovato la tessera 2017 e che quindi non può candidarsi (pur essendo un socio fondatore del Pd) è veramente strumentale e prepotente. Se vogliono vincere a tutti i costi, in barba a qualsiasi confronto democratico, lo facciano pure. Questo però non è un partito, nè tanto meno un Partito democratico

C’è però un piccolo particolare che forse sfugge. Fra 18 mesi ci saranno le elezioni amministrative anche a Signa Il segretario Scalini probabilmente sceglierà il candidato sindaco per il Pd ma chi lo voterà? Il 99% della popolazione a Signa non sa chi è Scalini. Io, fondatore del Pd e attuale consigliere regionale, sempre eletto e mai nominato, residente a Signa, dopo ripetuti appelli interni, ho denunciato lo scandalo delle tessere e invitato lo stesso Renzi a farsi parte attiva in questa vicenda.

Il sindaco Alberto Cristianini (record di preferenze alle ultime elezioni) ha fatto appello a tutta la nostra classe dirigente provinciale e regionale ma è stato inascoltato. Metà giunta comunale, la maggioranza dei consiglieri comunali e dirigenti del Pd di Signa hanno sottoscritto un documento di protesta e condanna ma niente è cambiato, anzi. Il segretario metropolitano Fabio Incatasciato, chiamato da me a Signa quale garante, si è dimostrato uomo di parte e ha tradito la nostra fiducia sapendo delle tessere.

I responsabili regionali del nostro partito, dopo aver cercato di evitare di esprimersi sulla vicenda, hanno detto che è tutto regolare quello che sta succedendo. Oggi si è riunita urgentemente la commissione di garanzia per i congressi per decidere l’esclusione del nostro candidato Federico La Placa. Queste commissioni da qualche anno sono diventate più uno strumento per bloccare quelle poche iniziative non allineate al capo che per ripristinare la giustizia laddove è stata calpestata (in pieno stile sovietico).

E’ evidente a tutti che di tutto questo siete profondamente responsabili politicamente. Dopo avere perso metà dei capoluoghi di provincia toscani, tante città (Grosseto Arezzo, Pistoia e Carrara) e tantissimi voti, ora con il vostro comportamento ipocrita e teso solo all’autoconservazione state creando le condizioni perché a breve si possano perdere anche le città di Pisa e di Siena e in prospettiva la stessa Regione Toscana.

Credo che sia finita l’epoca della riserva di voti sicuri anche in Toscana e se il Partito Democratico vuole tornare a essere autorevole e non autoreferenziale, lo deve fare ripartendo dalla base potenziale dei suoi elettori, dal confronto serio con i problemi veri delle persone e dai suoi tanti esponenti impegnati e radicati sul territorio. Il tempo non è molto, occorre Un profondo cambiamento. Così proprio non va”.

Paolo Bambagioni