Cosa mangeremo a Natale? Per Confesercenti “vince la tradizione, carne e pesce”

FIRENZE – Le festività si avvicinano a grandi passi, e, come da tradizione, fervono in famiglia i preparativi per imbandire la tavola il giorno di Natale. Con una grande novità, “importata” alcuni anni fa dal Mezzogiorno ed ormai divenuta una realtà consolidata: la cena della vigilia, quella del 24 dicembre che va ad aggiungersi al tradizionale […]

FIRENZE – Le festività si avvicinano a grandi passi, e, come da tradizione, fervono in famiglia i preparativi per imbandire la tavola il giorno di Natale. Con una grande novità, “importata” alcuni anni fa dal Mezzogiorno ed ormai divenuta una realtà consolidata: la cena della vigilia, quella del 24 dicembre che va ad aggiungersi al tradizionale pranzo di Natale. Complessivamente, secondo le stime di Confesercenti, si spenderanno 25 euro a testa per il pranzo a base di carne e 35 euro a base di pesce.

Questa la sintesi, dei prodotti Top in termini di acquisti:

– Panettoni artigianali. Non diciamolo troppo ad alta voce ma la pervicacia con cui la GDO continua a bombardare il mercato con il “panettone low cost” a 3 euro apre praterie di mercato per le piccole attività che fanno un buon prodotto artigianale con prezzo che oscilla fra 15 e 20 euro).
– Pesce. Ancora protagonista a tavola durante le festività nelle sue molteplici declinazioni. Sempre molto gettonati i “grandi classici” come pesce in forno, salmone fresco ed affumicato e crostacei.
– Vini (e occhio allo Champagne). In grande rialzo vini di qualità e spumanti (soprattutto per ceste aziendali). Grande richiesta per le bollicine (anche Made in France)

Tra i prodotti “stabili” in termini di vendite:

– Carne sia bianca che rossa. Anche in questo caso vince ancora la tradizione con prodotti del territorio e che da sempre sono presenti in tavola per Natale: tortellini in brodo, bolliti, capponi, polli ripieni, arista con arance, filetti in crosta, prodotti da forno, faraona ripiena e spiedini.
– Frutta. Bisogna, comunque, attendere gli ultimi giorni per capire il vero trend delle vendite; c’è però molto entusiasmo tra gli addetti ai lavori, che comunque scommettono sul prodotto nazionale rispetto a quello di importazione, che risulta in grande calo negli ultimi anni.

Risulta, invece, debole la domanda per il pane e affini. A dimostrazione che persiste anche durante le festività la crisi di un settore, come quello della panificazione, che, per vari motivi non riesce ancora a rialzarsi. Si confida invece nei prodotti affini come pizzette, schiacciate della tradizione e così via dicendo per risollevare le sorti di questa tipologia di imprese durante le festività.