“Così abbiamo portato il Softball dentro Sollicciano”

SESTO FIORENTINO – Sport e integrazione rappresentano da sempre un binomio inscindibile. Lo sport è infatti quella “chiave” particolare che permette di aprire tutte le porte. E’ stato così anche nei giorni scorsi quando, in collaborazione con il Comitato Regionale Toscana Baseball e Softball, la Sestese Softball ha portato, nel vero senso della parola, il […]

SESTO FIORENTINO – Sport e integrazione rappresentano da sempre un binomio inscindibile. Lo sport è infatti quella “chiave” particolare che permette di aprire tutte le porte. E’ stato così anche nei giorni scorsi quando, in collaborazione con il Comitato Regionale Toscana Baseball e Softball, la Sestese Softball ha portato, nel vero senso della parola, il softball dentro il carcere di Sollicciano. E quella che ne è venuta fuori è stata un’esperienza indimenticabile. La partita è arrivata a conclusione di uno dei molteplici progetti scolastici, realizzati all’interno delle carceri fiorentine dal CPIA 1 Firenze, che si è svolto fra maggio e luglio e ha coinvolto 30 allievi della scuola dell’ordinario maschile, di nazionalità diverse. Un progetto realizzato e condotto dall’insegnante Simona Grateni e dall’ex l’ex manager della Nazionale femminile italiana Marina Centrone in partenariato appunto con il Comitato Regionale Toscana Baseball e Softball. Nel contesto carcerario l’attività ricreativa e sportiva ha infatti un particolare significato nel quadro del programma rieducativo che, per come è concepito dalla legge numero 354 del 1975, “è inteso a promuovere lo sviluppo armonico e globale della personalità del detenuto”. Il progetto si è svolto all’interno dell’Istituto, in palestra e/o presso il campo da gioco. E nell’anno scolastico 2018/2019 l’insegnante proverà di nuovo a proporlo anche presso la sezione femminile. Un progetto, anche questo da sottolineare, unico nel panorama scolastico, carcerario e sportivo nazionale (per la cronaca Sollicciano ha battuto il Softball Sestese per 8-6). “Fondamentale in questo contesto – si legge sulla pagina Facebook della società sestese – diviene lo sport di squadra che è utilizzato non, sottolineiamo “non”, come premio, ma come semplificazione di un mondo in cui le regole vanno rispettate. Il divertimento dei detenuti diventa così un’occasione di far meglio comprendere il rispetto reciproco. Viene offerto alle persone recluse presso la Casa Circondariale N.C.P. di Sollicciano di Firenze, la prospettiva di una possibile e completa integrazione, dando ai detenuti la possibilità di realizzare le proprie capacità atletiche e di fare squadra”.