Criminalità giovanile, gli psicologi della Toscana chiedono più assistenza alle famiglie e agli insegnanti. E più servizi

FIRENZE – “Le nostre forti preoccupazioni sono per i giovanissimi che sempre più spesso riempiono i pronto soccorso per intossicazione alcolica e per i ragazzi, sempre più piccoli, che fanno uso di droghe. E si registra una crescita marcata dell’aggressività giovanile, fenomeno che si accosta ad altri quali il bullismo e il cyberbullismo. Bisogna intercettare il disagio preventivamente, soltanto così […]

FIRENZE – “Le nostre forti preoccupazioni sono per i giovanissimi che sempre più spesso riempiono i pronto soccorso per intossicazione alcolica e per i ragazzi, sempre più piccoli, che fanno uso di droghe. E si registra una crescita marcata dell’aggressività giovanile, fenomeno che si accosta ad altri quali il bullismo e il cyberbullismo. Bisogna intercettare il disagio preventivamente, soltanto così possiamo contrastare ed evitare cronicità che allarmano famiglie, scuola, istituzioni”. A dirlo è la presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino, dopo i dati resi noti dalla Questura di Firenze relativamente all’impennata dei reati commessi da minori.

“Servono più assistenza alle famiglie, agli insegnanti e servizi ad hoc per i minori, – spiega la presidente Gulino – l’Ordine si sta impegnando per i servizi di primo livello come l’attuazione dello psicologo di base nelle case di comunità. Un esperimento territoriale a disposizione delle persone di ogni fascia d’età per intercettare i disagi”. “C’è una deresponsabilizzazione crescente soprattutto nei gruppi di pari: ci sono ragazzi auto ed etero aggressivi e poi quelli che stanno a guardare, una sorta di complicità di gruppo. Stare nel gruppo dei pari rischia di non far percepire la responsabilità personale di certi problematici comportamenti e del danno e della sofferenza che si può procurare agli altri, – conclude Gulino – come si può intervenire? Ci sono tre grandi ambiti, famiglia, scuola e sport, dove si può entrare in contatto in maniera funzionale con gli adolescenti. Nella scuola gli psicologi iniziano ad essere presenti, servirebbe però una stabilizzazione dello psicologo scolastico”.