De Franco: “Se i signesi vogliono davvero il cambiamento, devono votare me”

SIGNA – Indipendentemente da quello che sarà l’esito del voto di domenica prossima, 9 giugno, ha portato per la prima volta i signesi al ballottaggio, “sfruttando” l’onda lunga del momento favorevole che la Lega sta vivendo a livello nazionale. Vincenzo De Franco, sostenuto oltre che dalla Lega, anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia (nella […]

SIGNA – Indipendentemente da quello che sarà l’esito del voto di domenica prossima, 9 giugno, ha portato per la prima volta i signesi al ballottaggio, “sfruttando” l’onda lunga del momento favorevole che la Lega sta vivendo a livello nazionale. Vincenzo De Franco, sostenuto oltre che dalla Lega, anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia (nella foto con lui il coordinatore signese di FDI Marco Colzi e il segretario della Lega nella Piana Filippo La Grassa), fa un primo bilancio della campagna elettorale ormai agli sgoccioli e definisce obiettivi e strategie a pochi giorni dal secondo turno delle amministrative.

Come si arriva al voto di domenica?

“E’ stata una campagna elettorale dura e combattuta, portata avanti da un gruppo, il nostro, formato da tante anime ma estremamente affiatato, che fin da subito si è posto un obiettivo: valorizzare i punti deboli delle precedenti amministrazioni comunali. Con un programma concreto, efficace e realizzabile”.

Come si spiega, al primo turno, la differenza nelle percentuali ottenute dalla Lega fra Europee e amministrative?

“Quando si vota per il Comune, ci sono più candidati, anche fra i consiglieri ovviamente, fra cui scegliere e oltre a ciò abbiamo subìto un drenaggio di voti da parte di Uniti per Signa. Perché resto dell’idea che molti di loro alle europee abbiano votato in un’altra direzione… Spero di recuperare questi voti al ballottaggio, i voti di persone con cui ci sono maggiori convergenze programmatiche su diversi punti del nostro programma”.

Il nuovo ponte sull’Arno è stato uno degli argomenti più dibattuti negli ultimi mesi…

“E’ e continua a essere uno spot elettorale, oltre a rappresentare una pessima scelta politica quella di unire la sua realizzazione al nuovo Masterplan dell’aeroporto. Con cifre, almeno quelle ufficializzate fino a oggi, che restano insufficienti per una struttura del genere. Così come è stato quanto meno singolare che la sentenza del Tar, sempre sull’aeroporto, sia arrivata proprio il giorno dello scrutinio e non prima del voto, che sicuramente sarebbe stato condizionato”.

Che settimane sono state?

“La campagna elettorale che ormai si avvia alla conclusione ha testimoniato in modo inequivocabile che è stato fatto di più nell’ultimo mese che nei cinque anni precedenti. Anzi, nei dieci anni precedenti. E ciò potrebbe rivelarsi un boomerang per loro. Personalmente è stata una bellissima esperienza, supportata dalla bandiera del cambiamento “sventolata” da tutti i candidati che mi hanno sostenuto in questa avventura”.

La prima cosa che farà se venisse eletto sindaco o se fosse all’opposizione…

“Nel primo caso, più di una: innanzitutto portare le centraline per il rilevamento dell’inquinamento in via Roma e in via dei Colli; l’installazione delle porte telematiche ai due ingressi del paese, ovvero all’Indicatore e all’altezza del ponte sull’Arno, in modo che il traffico dentro Signa sia chiuso ai non residenti in caso di sforamento del livello del Pm10. Non è più ammissibile, infatti, che Signa e la Piana siano considerati territori di serie B e dobbiamo farlo capire a Firenze. Nei primi 90 giorni, inoltre, sarà realizzato un progetto di viabilità alternativa a quella esistente passando da via Madre Teresa di Calcutta, via Lupaia e via Castelletti. Oltre a spostare il mercato da via Roma in via Arte della Paglia, lasciando in questo modo la prima libera al traffico. Contrariamente sarà un’opposizione serrata, senza fare sconti a nessuno ma sempre in un’ottica costruttiva. Se i progetti che di volta in volta verranno presentati, saranno nell’interesse di tutti i signesi, non vedo perché non debbano avere il nostro appoggio. Una cosa è certa però: se i cittadini vogliono davvero il cambiamento, l’unico voto è quello per il sottoscritto”.