Decreto Sicurezza. Lega “preoccupante la posizione del sindaco Falchi”

SESTO FIORENTINO – E’ preoccupante per la Lega la posizione assunta dal sindaco Lorenzo Falchi in relazione ad Decreto Sicurezza e Immigrazione. La Lega, si legge in una nota “ritiene fondamentale al contrario che il primo cittadino fornisca il buon esempio del rispetto di quella che è diventata una legge dello Stato”. “Riteniamo preoccupante al contrario […]

SESTO FIORENTINO – E’ preoccupante per la Lega la posizione assunta dal sindaco Lorenzo Falchi in relazione ad Decreto Sicurezza e Immigrazione. La Lega, si legge in una nota “ritiene fondamentale al contrario che il primo cittadino fornisca il buon esempio del rispetto di quella che è diventata una legge dello Stato”.

“Riteniamo preoccupante al contrario – prosegue la nota della Lega a firma di Daniela Pancani, responsabile Lega Sesto Fiorentino, e Filippo La Grassa, coordinatore Lega Piana Fiorentina Lega – che il sindaco mostri palesemente sostegno e condivisione alla presa di posizione di ‘molti sindaci’ tra cui quello di Palermo che si è opposto all’applicazione del decreto. Riteniamo che la ‘bomba ad orologeria’, così come lui stesso la definisce sia solo nelle sue dichiarazioni, palesemente in contrasto con le leggi dello Stato. Del resto non ci sorprendiamo di questi comportamenti arbitrari e a nostro avviso antidemocratici vista anche la decisione di aprire una Moschea a Sesto Fiorentino senza interpellare le reali volontà dei cittadini ed impedendone anche la possibilità di effettuare un referendum consultivo”.

Ricordiamo al sindaco Falchi che l’integrazione, quella vera, passa in primis dal rispetto delle regole e dalla garanzia di una sicurezza nazionale.

La Lega chiede al sindaco se “non ritiene più sicuro per i cittadini tipizzare con maggiore accuratezza le richieste di protezione umanitaria degli stranieri ed avere maggiore tempo per l’accertamento della nazionalità prolungata per il rimpatrio dagli attuali 90 a 180 giorni? In modo da consentire migliori procedure di accertamento dell’identità e della nazionalità dello straniero e acquisire i documenti necessari? Si teme i maggior paletti per la revoca della protezione internazionale in caso di condanna definitiva per reati quali violenza sessuale, rapina, estorsione, mutilazione di genitali femminili, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali gravi, furto aggravato con porto d’armi e narcotici?”.

“Si ricorda al sindaco – prosegue la Lega – i numerosi casi di cronaca che hanno visto protagonisti stranieri con il permesso umanitario in tasca che vivevano di espedienti e nella criminalità nel nostro paese, talvolta stuprando e uccidendo delle donne? Si teme la revoca della protezione e dei rientri in patria a quei profughi che rientrano nel loro paese dopo aver dichiarato di essere scappati per timore di persecuzioni politiche? Si teme il superamento dell’ accoglienza Sprar in cui al contrario del precedente sistema di accoglienza diffusa sarà riservato solo ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati?”.

La Lega pone altre domande: “Si deve temere una più facile revoca della cittadinanza italiana nei casi di accertato reato di terrorismo? Non pensa che sia giusto che la cittadinanza italiana sia subordinata da una conoscenza della lingua Italiana? Non crede che sia giusto non concedere il gratuito patrocinio per i ricorsi inammissibili? Il sindaco è contrario ai braccialetti elettronici nei casi di maltrattamenti e stalking? O nei casi di maggiori controlli per il noleggio di furgoni? Il sindaco non crede che il Daspo urbano esteso, il Taser e il Ced, siano strumenti utili per verificare nel corso dei controlli su strada l’identità di eventuali ricercati? Il Sindaco non si ritiene più sicuro in un decreto che stanzia quasi 360 milioni di euro con l’ Articolo 22 per il contrasto al terrorismo? O attraverso una stretta su occupazioni e blocchi stradali, nonché migliori procedure per gli sgombri delle occupazioni arbitrarie o per i beni mafiosi in vendita anche ai privati?”.

La Lega, conclude la nota, “ritiene che la ‘bomba ad orologeria’ sia solo negli occhi di chi guarda e si descrive attraverso queste dichiarazioni ed al contrario non riconosce in questa legge una maggiore sicurezza sociale ed una integrazione vera, basata sul rispetto delle regole del paese ospitante, visti i numerosi casi di cronaca e il business evidenziato su chi ha per troppo tempo speculato su un’ accoglienza indiscriminata e che a maglie larghe ha esposto il nostro paese a dei rischi e verso i quali non possiamo più stare a guardare”.