Digitale e lavoro ai giovani, la sfida della lastrigiana Sime

LASTRA A SIGNA – Negli anni Sessanta lo sviluppo e il progresso passavano dalle strade e dalle autostrade, adesso l’infrastruttura che collegherà il paese sarà quella delle telecomunicazioni: internet, il traffico dati, la banda ultralarga. Sono alcune le aziende in Italia che si occupano di costruire queste infrastrutture e una di queste ha il quartier […]

LASTRA A SIGNA – Negli anni Sessanta lo sviluppo e il progresso passavano dalle strade e dalle autostrade, adesso l’infrastruttura che collegherà il paese sarà quella delle telecomunicazioni: internet, il traffico dati, la banda ultralarga. Sono alcune le aziende in Italia che si occupano di costruire queste infrastrutture e una di queste ha il quartier generale e la “testa pensante” a Lastra a Signa, zona Stagno. La Sime Telecomunicazioni spa ha nove sedi in Italia, quasi trecento dipendenti e si propone di avviare al lavoro duecento ragazzi toscani nel giro di due, tre anni.

Tutto è partito quando Stefano Marini ha acquisito uno dei rami dell’azienda della vecchia Sime Sistemi, azienda fiorentina degli anni Cinquanta che costruiva per conto della Sip i primi telefoni a gettoni. Dagli anni Novanta a ora, a livello tecnologico, sono passate delle “ere geologiche”: basta pensare alle nostre abitudini, agli smartphone e al lavoro negli uffici. Sime lavora per conto di aziende come Telecom facendo manutenzione, progettazione e sviluppo delle infrastrutture. Nel 2009 è arrivata la prima commessa e da allora la piccola azienda è cresciuta.

“Lavoriamo qui e vogliamo, se possibile, che le risorse restino sul territorio – spiega l’amministratore delegato, Marini – per questo è nato il progetto di inserimento di duecento neodiplomati con un part time verticale, cioè due o tre giorni interi la settimana. Chi studia all’università e vuole continuare nel percorso di studi avrà alle spalle una formazione pratica in azienda, chi invece vorrà continuare a lavorare potrà averne l’opportunità. Di ottanta ragazzi che abbiamo già avuto nel ‘Job training camp’, quaranta adesso lavorano con noi a tempo indeterminato. I giovani vengono affiancati da tecnici esperti che insegnano sul campo. E nel progetto è stata coinvolta anche l’associazione Trisomia 21”.

Il settore delle telecomunicazioni è in espansione. Da qui ai prossimi anni si concretizzerà la corsa alla digitalizzazione in Italia, con la realizzazione della banda ultralarga. L’obiettivo del Piano strategico nazionale del Governo è arrivare, nel 2020 alla copertura del territorio con i 100 megabit e recuperare il divario con gli altri paesi europeo sul fronte infrastrutturale e nei servizi.  Il Governo con i 3 miliardi di euro messi sul piatto e gli accordi con le Regioni (la Toscana è stata la prima e riceverà 240 milioni di euro) conta di coprire con intervento pubblico l’intero paese entro pochi anni partendo dalle aree a “fallimento di mercato”, cioè piccoli Comuni e aree “bianche”, più disagiate e a basso appeal per gli operatori privati, che già autonomamente sono attivi nelle grandi città posando le proprie reti e offrendo servizi e offerte commerciali. Con il bando di queste settimane viene inaugurata la procedura di affidamento delle opere, che andranno a coinvolgere più di 3 milioni di unità immobiliari e circa 6,5 milioni di cittadini.

Ma, paradossalmente, rischiano di mancare le figure professionali utili allo sviluppo delle infrastrutture. Da qui l’idea, in Sime, di formare i giovani che per loro natura sono predisposti e si avvicinano con piacere al mondo della tecnologia. La fibra può quindi essere una vera opportunità, anche nella Piana: a Calenzano, Campi Bisenzio e Scandicci in collaborazione con Sime e Estracom c’è l’accordo per portare la fibra alle scuole e, in accordo con i Comuni, per estenderla nelle aree vicine anche ai privati. Parte della progettazione, spiega Marini, sarà fatta coinvolgendo gli alunni degli istituti superiori della provincia.