Disarticolata un’associazione a delinquere che lucrava nel settore delle forniture ospedaliere

CAMPI BISENZIO – Dopo una lunga e complessa indagine condotta dai carabinieri di San Piero a Ponti, in collaborazione con i colleghi della Territoriale della Campania, sono state eseguite 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere dedita alle truffe nel settore delle forniture mediche, a carico di altrettanti cittadini di origini […]

CAMPI BISENZIO – Dopo una lunga e complessa indagine condotta dai carabinieri di San Piero a Ponti, in collaborazione con i colleghi della Territoriale della Campania, sono state eseguite 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere dedita alle truffe nel settore delle forniture mediche, a carico di altrettanti cittadini di origini campane collaboratori della Sefrex srl che ha sede operativa a Campi Bisenzio. Si tratta di D.V. F., 34 enne napoletano, amministratore della società,  V. D., 41 enne di Aversa,  B. G., 43 enne di Ischia, e S. F., 46 enne di Marano di Napoli.
Le indagini, avviate alla fine del 2011 sotto la direzione del sostituto Monferini della Procura di Firenze, hanno consentito di accertare che i quattro, dopo aver strutturato e attivato in via XIII Martiri, una sede operativa della società nota nel settore delle forniture ospedaliere, esibendo false documentazioni avevano aperto un conto corrente bancario attraverso il quale transitavano i soldi proventi delle truffe da loro imbastite. In tutto si tratterebbe di 22 casi che hanno coinvolto ditte di tutta Italia che, tratte in inganno dalla notorietà deòòa Sefrex, avevano stipulato numerosi contratti per l’acquisto di attrezzature ospedaliere  (letti, materassi, aghi, deflussori, tamponi nasali). I quattro esibivano documentazioni contraffatte e pagavano, al momento dela consegna, con assegni inesigibili in quanto di illecita provenienza. Il trucco avrebbe permesso alla banda di impossessarsi di beni per il valore di circa 200mila euro.
Gli arrestati sono stati associati nelle case circondariali di Sollicciano, Poggio Reale e Avellino. Per tutti l’accusa è associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e continuata, nonché ricettazione e falsità in atto pubblico.