Elisabetta concede il bis: anche quest’anno ha tagliato il traguardo del “Passatore”

CAMPI BISENZIO – “Se a Faenza vuoi arrivare la Firenze-Fiesole devi camminare”. Un “detto” che la dice lunga sullo spirito con cui ha affrontato la cento chilometri del “Passatore”. Ma che non toglie assolutamente nulla a quello che, per il secondo anno consecutivo, è stato il traguardo più bello tagliato da podista. Stiamo parlando di […]

CAMPI BISENZIO – “Se a Faenza vuoi arrivare la Firenze-Fiesole devi camminare”. Un “detto” che la dice lunga sullo spirito con cui ha affrontato la cento chilometri del “Passatore”. Ma che non toglie assolutamente nulla a quello che, per il secondo anno consecutivo, è stato il traguardo più bello tagliato da podista. Stiamo parlando di Elisabetta Scarnicci, un passato tutto sommato recente nella pallavolo (la sua prima squadra è stata la Polispostiva Galluzzo, l’ultima il Firenze Ovest, “dove c’era un mio vecchio allenatore”, racconta), che tre anni fa, dopo la nascita del secondo figlio, ha smesso di saltare sotto rete per allacciarsi le scarpe e dedicarsi prima alla camminata veloce e poi al podismo. Una passione che è letteralmente esplosa con il passare dei mesi fino al “Passatore” appunto, la gara per eccellenza per chi ama questo sport e lo pratica senza “ambizioni agonistiche”. E così è stato anche quest’anno, bissando il tempo del 2017: 16 ore e 47 minuti un anno fa, 16 ore e 53 nell’ultimo fine settimana, con il clima, fin troppo caldo, che non ha certo aiutato i partecipanti alla corsa. Un appuntamento a cui ci è arrivata per gradi: la mezza maratona di Firenze, la sua prima maratona, sempre a Firenze, nel 2015 e tanti, tanti allenamenti. Nel mezzo il tesseramento per il GS Le Torri ma anche per l’Atletica Campi Run, la squadra di casa, con la possibilità di allenarsi sulla pista dello stadio Zatopek. “Ma la mia vera passione è il “trail”, – dice Elisabetta – correre nei boschi mi dà sempre una spinta in più”. E così Monte Morello, la montagna della Piana, è diventata la sua palestra preferita. Ma poi ci sono anche le corse sulla lunga distanza: i 45 chilometri della “Ronda Ghibellina”, i 60 chilometri dell'”Ultra trail del Mugello”, i 42,195 chilometri della maratona di Parigi, solo per citarne alcune. Tutte tappe, almeno una al mese, che le servono per mettere benzina nelle gambe, insieme ai tre/quattro allenamenti settimanali, per arrivare ai cento chilometri del “Passatore” e portare comunque in fondo la gara (con la sana invidia di chi scrive…). Proprio come sabato, giorno della partenza da Firenze, e domenica scorsi, con l’arrivo a Faenza la mattina presto: “Lì la corsa è molto più sentita che a Firenze, gli ultimi dieci chilometri prima dell’arrivo sarebbero da provare almeno una volta nella vita. C’è chi accompagna fuori il cane, chi magari va a comprare il pane, chi si è alzato prima del solito per fare una passeggiata… Da tutti arriva un incoraggiamento speciale ed è una sensazione bellissima”. Quella sensazione che Elisabetta vuole provare anche nel 2019: “Avevo detto di no ma da oggi, anche se questa settimana non farò un passo (sorride), ho già iniziato a pensare al prossimo “Passatore”. Lo ripeto, fosse solo per gli ultimi dieci chilometri vissuti in mezzo al popolo”. Ma noi sappiamo che non è solo per quello…