SIGNA – Non ha usato certo mezze misure l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Signa ed ex presidente della Regione, Enrico Rossi, intervenendo oggi a Radio Sieve. Chiamato in causa sulla crisi politica di cui l’ex presidente del Consiglio e numero uno di Italia Viva, Matteo Renzi, è stato comunque protagonista, Rossi non è stato certo tenero nei confronti del senatore fiorentino: “Renzi ci ha preso tutti per il c..o”. E ancora: ” Aveva detto che non c’erano veti, si è inventato ogni giorno una condizione in più per dire che l’alleanza non andava bene, con una grande disponibilità in primo luogo da parte del Pd, che ha usato la pazienza di Giobbe. I Dem si sono pazientemente messi ad ascoltare tutte le richieste che Renzi faceva, spesso anche confuse e contraddittorie. Stava trattando sui posti. Questo è evidente. Quando è arrivato in fondo ha detto “prendo il pallone e vado via”. Un fatto non nuovo nei suoi modi di fare. O è lui al centro, o fa lui, o fa tutto lui. Questa è una sua pulsione”. Questo il punto principale della lunga intervista concessa all’emittente radiofonica.
“All’inizio, pur non condividendo il metodo usato da Renzi, – ha aggiunto Rossi – ho pensato che ponesse delle questioni giuste, corrette. Quella sul Recovery Fund, quella sulla spesa dei fondi del Mes, su un piano di rilancio industriale. Mai mi ero sentito vicino allo stesso tempo alle questioni che Renzi poneva e lontano nei metodi e nelle forme da “spacca tutto”. E’ come se prevalesse in lui quasi una pulsione distruttiva. Certo, non giudico solo da questo una persona, che pure ha tali caratteristiche. Il disegno politico era rompere un’alleanza di governo che, pur tra mille limiti e difetti, comunque si configurava come una potenziale alleanza in grado anche di presentarsi coalizzata alle elezioni, per sconfiggere una destra pericolosa ed estrema. Ripeto, l’iniziativa di Renzi all’inizio poteva essere anche positiva. Erano le stesse cose poste anche da Zingaretti. Poi strada facendo si è svelata per quello che era. Hanno fatto bene Pd, LEU e M5S ad arrivare fino in fondo, fino all’ultimo minuto in cui Renzi dà il colpo definitivo e dice che non si può ricostituire una maggioranza come quella precedente, che lui stesso ha di fatto messo in minoranza con la sua astensione. Renzi può fregiarsi di aver buttato giù già un paio di governi. Se si va a vedere nella storia non sono stati tanti i politici che possono vantare questo primato…”.
“Credo che dietro ci sia un disegno politico: uccidere e dare un colpo alla strategia di convergenza tra Pd e M5S e riportare la politica italiana verso il centro e riaprirla alla destra”. Poi Rossi parla di Mario Draghi: “Quante possibilità attribuisco al suo tentativo? Non so dare una risposta precisa. Se il Parlamento accetta quel binario molto stretto che ha posto Mattarella, ovvero di ragionare di uscita dalla pandemia e di gestione della fase delle trattative con l’Europa per il Recovery Fund, la possibilità di riuscita è abbastanza alta. Ma si può governare solo su questi due punti? Oppure la politica e la realtà tutti i giorni ci presentano la necessità di fare scelte relative alla fiscalità, a quali ceti proteggere, a dare le risposte di cui c’è bisogno? Se questo non lo facciamo chi è già sofferente rischia di avere sussulti di protesta e di avere un’idea delle istituzioni e della democrazia che non tiene conto dei loro interessi. Qui emergono le differenze tra noi e la Lega. Vedremo, non è così semplice ottenere una maggioranza. Bisogna provare ad andare sulla strada indicata dal presidente, senza rinunciare ad un’idea di giustizia sociale”.
Qui di seguito l’intervista completa