Forza Italia: “Mensa e trasporto scolastico, bisogna cambiare”

CAMPI BISENZIO – “Si proceda, per l’anno scolastico 2019/2020, a una revisione delle agevolazioni tariffarie per il servizio della mensa scolastica e all’introduzione di tariffe graduate sulla base del valore Isee per la tariffa di riferimento del servizio di trasporto scolastico con lo scuolabus”. È questa la richiesta contenuta nella mozione che il gruppo consiliare […]

CAMPI BISENZIO – “Si proceda, per l’anno scolastico 2019/2020, a una revisione delle agevolazioni tariffarie per il servizio della mensa scolastica e all’introduzione di tariffe graduate sulla base del valore Isee per la tariffa di riferimento del servizio di trasporto scolastico con lo scuolabus”. È questa la richiesta contenuta nella mozione che il gruppo consiliare di Forza Italia ha inviato stamani al protocollo dopo che sulla scrivania di Paolo Gandola, capo gruppo di Forza Italia a Campi, sono arrivate numerose richieste da parte di famiglie campigiane. A interessarsi della questione e a chiedere un intervento a Gandola è stata Michela Barsottini, responsabile comunale di Azzurro Donna che, “mamma di tre figli, – dice Gandola – vive sulla sua pelle tutte le distorsioni presenti”.

Il fatto è presto detto: “Come avviene ogni anno – spiega Barsottini – le tariffe e le agevolazioni per il servizio mensa non sono variate, ovvero sono quelle stabilite con delibera della giunta comunale numero 117 dell’8 luglio 2014 che prevede cinque diverse fasce di valore Isee. Se per i redditi più bassi, l’amministrazione comunale, ha previsto una progressività adeguata, risulta francamente eccessiva la fascia Isee che comprende redditi annui da 10.000,01 fino a 30.000 euro. Per tutte quelle famiglie che rientrano in quella fascia il costo del pasto per coloro che usufruiscono del servizio di refezione scolastica è pari a 4,20 euro. Si tratta di uno scaglione di reddito eccessivo tale da ricomprendere redditi molto diversi. Sia il Comune di Firenze, che quelli di Sesto e Signa, per esempio, prevedono ulteriori agevolazioni tariffarie nello scaglione di reddito indicato, prevedendo che fino a 15.000 euro la tariffa del pasto sia 3,10 euro, mentre a Signa, fino a 13.000 euro il costo è pari a 3,40. A Campi, invece, le famiglie con un reddito Isee di poco superiore ai 10.000 euro devono pagare il pranzo 4,20 euro come le famiglie che hanno un reddito pari a 30.000 euro annui”.

“Altro aspetto rilevante, invece, – prosegue – riguarda la tariffa per il servizio di scuolabus operato dal Comune di Campi. A differenza di quanto avviene negli altri Comuni della Piana, l’amministrazione comunale prevede un unico contributo annuale, uguale per tutti, che è possibile pagare mensilmente indipendentemente dalle fasce di valore Isee pari a 16 euro al mese, per la corsa singola e 24 euro al mese per la corsa doppia di andata e ritorno”.

Condividendo le richieste avanzate, il capo gruppo di Forza Italia ha presentato una mozione alla giunta, con la quale “si chiede di procedere ad una modifica delle agevolazioni tariffarie per il servizio mensa implementando una maggiore progressività nello scaglione tra 10.000, 01 e i 30.000, 00 euro nonché si proceda a modificare il contributo annuale scolastico per il servizio di scuolabus prevedendo che la tariffa non sia più unica ma graduata sulla base del valore Isee del nucleo familiare del bambino iscritto al servizio”, dichiara Gandola.

“Si tratta di richieste di assoluto buon senso che rispondono alla necessità di evitare il caro mensa e venire incontro alle richieste avanzate da tante famiglie che reputano gravemente oneroso il costo del pasto per la mensa tenuto conto delle tariffe, di gran lunga più contenute, vigenti a Firenze e negli altri Comuni della Piana. Si tratta di una questione assolutamente rilevante, tenuto conto che, dopo la sentenza del consiglio di Stato che ha dato il via libera al pasto portato da casa, ormai è di fatto consentito alle famiglie non iscrivere più il proprio figlio al servizio di refezione scolastica riconoscendo la possibilità di consumare cibi portati da casa. O l’amministrazione comunale procede a una più giusta revisione delle tariffe del costo della mensa, o le mamme ci hanno già avvertito di essere pronte a non iscrivere più il proprio figlio al servizio della mensa scolastica dotandolo del pasto confezionato a domicilio”, conclude Gandola.