Fossi, cento casi “da prima linea” e una sfida da vincere nel sociale

SIGNA – La cultura è sempre stata il suo ambito di riferimento. E ora che, dopo le elezioni, amministrative del 25 maggio, le sue deleghe sono aumentate rispetto alla passata legislatura (oltre alla cultura si occupa anche di formazione, pubblica istruzione, politiche sociali, rapporti con Asl e Sds, politiche della memoria, rapporti internazionali e gemellaggi), […]

SIGNA – La cultura è sempre stata il suo ambito di riferimento. E ora che, dopo le elezioni, amministrative del 25 maggio, le sue deleghe sono aumentate rispetto alla passata legislatura (oltre alla cultura si occupa anche di formazione, pubblica istruzione, politiche sociali, rapporti con Asl e Sds, politiche della memoria, rapporti internazionali e gemellaggi), parallelamente sono aumentate anche le “gatte da pelare”. Di tutto questo ne abbiamo parlato con Giampiero Fossi, che abbiamo incontrato in Comune “all’inizio di un percorso – ha detto – ma anche di fronte a una scommessa da vincere”. E se il suo sogno è quello di “uscire gradualmente dall’emergenza”, il momento attuale e, appunto, il cammino appena intrapreso impongono al neo assessore alle politiche sociali di dare vita a un impegno strutturale quando si parla di rapporti con la Sds, offerta dei servizi da parte dell’amministrazione comunale, “con una particolare attenzione per i bambini”, e terzo settore, “una realtà – ha aggiunto Fossi – che qui a Signa comunque è abbastanza forte”. L’incarico che gli ha affidato il sindaco Cristianini, inoltre, mette ogni giorno Fossi di fronte all’emergenza dei cosiddetti “nuovi poveri”: “La situazione è pesante – spiega – ma probabilmente non è peggiore dei Comuni vicini. I casi critici non sono sicuramente pochi ma sono monitorati costantemente da un gruppo di assistenti sociali a mio giudizio valido. Inoltre c’è una collaborazione strettissima con la Caritas, che offre sicuramente un valido supporto sul territorio”. E a fronte di una popolazione che alla fine di giugno ha quasi raggiunto le ventimila unità (per la precisione 19.560), sono un centinaio i casi da “prima linea” nel nostro Comune, a un livello che comunque è tutto sommato standardizzato rispetto al passato: “Il traguardo da tagliare – conclude Fossi – non è tanto la solidarietà nei confronti di queste persone quanto il loro riscatto sociale. E, per quanto mi riguarda, mi batterò perchè un cittadino residente a Signa abbia gli stessi servizi di una persona che invece vive altrove, in modo particolare per quanto riguarda Asl e Sds”.