SESTO FIORENTINO – Stop all’iter della variante nell’area Ginori: è questa la richiesta che i gruppi di opposizione di Sinistra PD e Insieme Cambiamo Sesto (ICS), avanzano al sindaco Lorenzo Falchi. Secondo i PD e ICS, il passaggio in consiglio comunale il 29 luglio e l’avvio della presentazione delle osservazioni nel mese di agosto, avrebbero avuto bisogno di più tempo e di una discussione allargata proprio per l’importanza del documento.
“Chiediamo al sindaco Falchi di fermare l’iter sulla variante Ginori e di aprire un confronto sul futuro di quell’area con le forze politiche della città e i soggetti interessati – dicono Lorenzo Zambini di PD e Maurizio Quercioli e Serena Terzani di Insieme Cambiamo Sesto – Noi ci siamo per stare nel merito del questione come ci siamo sempre stati in questi anni nel dare il massimo contributo sull’area Ginori, con l’obiettivo di mantenere l’azienda sul territorio accanto al museo”.
Da parte delle opposizioni PD e ICS c’è preoccupazione. “Con questa variante in un colpo solo si produce un doppio danno – dicono i consiglieri – Da un lato si insediano sul nostro territorio ulteriori funzioni, prevalentemente commerciali, con due medie strutture di vendita e la possibilità di una quota di residenziale per un totale di 10.000 mq di superficie. Non ci sembra questa una esigenza della città di Sesto, anzi si rischia di aggravare la crisi del centro cittadino. Dall’altro si vanno a minare le potenzialità turistiche e culturali di un Museo in attesa di essere finalmente valorizzato con la nascita della Fondazione ed in attuazione dell’accordo firmato nel 2018 con la Regione e il Ministero per i beni culturali”.
I gruppi PD e ICS hanno presentato le osservazioni alla variante: “Vogliamo che sia chiaro a tutti che stiamo parlando di un pezzo importantissimo dell’identità culturale del nostro territorio e non solo, – proseguono – nell’ultimo Piano strutturale approvato dall’attuale amministrazione si fa riferimento al Museo della porcellana e alla sistemazione dell’area antistante come uno spazio pubblico qualificato al fine di renderlo un luogo identitario dal punto di vista culturale, inserito nei luoghi delle eccellenze. E l’amministrazione cosa fa? Porta l’atto in consiglio a fine luglio senza nessun tipo di percorso di confronto e di dialogo, negando qualsiasi spazio di partecipazione” hanno sottolineato i consiglieri. Falchi e la sua maggioranza anche su una questione così determinante per la città hanno fatto prevalere l’atteggiamento della chiusura e dell’autosufficienza consiliare. Fermiamoci, confrontiamoci e ripartiamo dall’accordo di valorizzazione del Museo sottoscritto da Ministero, Regione e Comune di Sesto”.