Gioielli da riscoprire: villa Peragallo a Calenzano

CALENZANO – Nella piana tra Firenze e Pistoia esistono molti piccoli e grandi tesori spesso trascurati e sconosciuti ai più. Si tratta di strutture architettoniche con un passato più o meno glorioso che varrebbe la pensa tutelare e valorizzare. Un esempio che spicca per bellezza è Villa Peragallo a Calenzano. La villa, conosciuta col nome […]

CALENZANO – Nella piana tra Firenze e Pistoia esistono molti piccoli e grandi tesori spesso trascurati e sconosciuti ai più. Si tratta di strutture architettoniche con un passato più o meno glorioso che varrebbe la pensa tutelare e valorizzare. Un esempio che spicca per bellezza è Villa Peragallo a Calenzano.
La villa, conosciuta col nome di “villa Matilde”, esisteva fin dall’inizio del XIX secolo ed era di proprietà dei Frittelli, illustre famiglia con vari possedimenti nel territorio calenzanese. Alla fine dell’800 fu venduta all’avvocato Giovanni Targioni di Firenze che decise di ristrutturarla e modificarne radicalmente l’impianto. I lavori furono affidati all’architetto Enrico Dante Fantappiè, uno dei maggiori del periodo in Italia. L’intervento comprese, oltre al rifacimento della villa padronale, anche la realizzazione di un delizioso villino liberty con torretta per il casiere, (visibile dall’attuale via Mascagni e posto accanto al teatro Manzoni, realizzato pochi anni prima) un’altra vera e propria villa per la servitù, (adiacente al monumentale cancello in ferro battuto che da su via del Castello) le scuderie, una fattoria con frantoio, le serre, un teatrino e una cappella privati. Questi ultimi due edifici e le stanze interne della villa, furono decorati con affreschi di Giulio Bargellini, Annibale Brugnoli e Ezio Giovannozzi, tre illustri pittori toscani dell’epoca. Gli interventi iniziarono nel 1901 e si protrassero fino al 1904, comprendendo anche la sistemazione del parco monumentale con scenografiche scalinate, ringhiere, vasche, fontane e grotte artificiali.
Villa Vespasiana fu il nuovo nome scelto dal Targioni per la sua stupenda dimora, primo edificio tra l’altro dotato di illuminazione elettrica a Calenzano, grazie all’energia prodotta da un generatore autonomo. Poco prima dello scoppio della Grande Guerra, le fortune economiche del Targioni finirono e l’avvocato fu costretto a vendere la villa (immaginiamoci quali dovevano essere i costi di manutenzione!) che venne comprata dal Commendatore e Grande Ufficiale del Regno Cornelio Peragallo. La villa divenne per molti anni e in particolare nel periodo tra le due guerre, luogo di incontro e di festa per la popolazione di Calenzano. Dal parco passava infatti la processione delle Quarantore e vi si svolgeva la tradizionale Festa dell’Uva.
L’ultimo e più famoso proprietario, dal quale la villa prende il nome attuale, fu Mario Peragallo, famoso musicista del secolo passato, morto nel 1996. Nel dopoguerra iniziò un lento periodo di decadenza per tutto il vasto complesso, accellerato dalla metà degli anni ’80, quando la famiglia Peragallo, pur restando proprietaria degli immobili, decise di tornare a Roma. Oggi dopo quasi trent’anni, i segni del tempo si fanno sentire e vedere: piccoli crolli, distacco di intonaci, furti all’interno della villa, la natura che piano piano riprende possesso di zone del parco. Si spera che si possa trovare una soluzione per il recupero di questo gioiello architettonico, prima che sia troppo tardi.

Lorenzo Magnolfi

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