Giramondo. In Turkmenistan con il Club dei grandi viaggiatori

CALENZANO – Il gruppo CIGV club dei grandi viaggiatori Italia vola in Turkmenistan. “Mery hai mai visitato qualche paese degli <stan> dell’Asia Centrale?”, se qualcuno dei miei amici, che seguono con interesse i miei viaggi e che, spesso, mi chiedono informazioni, mi avesse posto questa domanda non avrei saputo rispondergli. invece, grazie al mitico Club […]

CALENZANO – Il gruppo CIGV club dei grandi viaggiatori Italia vola in Turkmenistan.
“Mery hai mai visitato qualche paese degli <stan> dell’Asia Centrale?”, se qualcuno dei miei amici, che seguono con interesse i miei viaggi e che, spesso, mi chiedono informazioni, mi avesse posto questa domanda non avrei saputo rispondergli. invece, grazie al mitico Club dei Grandi Viaggiatori, di cui faccio parte, ora potrò rispondere: “Sì, in Turkmenistan”.
Perché quest’anno il viaggio annuale del Club è atterrato proprio in questo paese dell’Asia Centrale. Che paese affascinante, misterioso e, purtroppo, così poco conosciuto. La sua storia è quella classica dei paesi dell’ex URSS. Anni di dominio russo eppoi il 27 ottobre del 1991 Saparmyrat Niyazov, che era il Segretario Generale del Partito Comunista, dichiarò l’indipendenza. Determinato nel voler conservare il potere eliminò tutti i partiti e il suo partito restò l’unico. Da qui in poi 20 anni della vita di questo paese sono stati consacrati al culto di quest’uomo. Si fece nominare Turkembashi, ossia: il Padre dei Turkmeni. Nel 2006 dimostrò di essere “umano” lasciando, con la sua morte, nel paese un vuoto di potere e la speranza nella popolazione di un avvicinamento alla democrazia. Ma gli subentrò al potere il suo vice primo ministro, Gurbanguly Berdymukhamedov, degno erede del suo predecessore. Tutta la capitale, come il resto del paese, è piena di sue immagini. Il nostro viaggio inizia proprio dalla capitale, Asgabat, in  arabo: la città dell’amore.
Costruita lungo l’unica fascia fertile del paese, oggi la città è un impressionante agglomerato di palazzoni di marmo bianco,  fontane scintillanti, lampioni scenografici, viali a 3 corsie… una Las Vegas in mezzo a un diverso deserto. Insieme a un gruppo di veri viaggiatori (e ora veri amici) visitiamo tutto quello che rende interessante Asgabat, come: il Parco dell’Indipendenza, con le sue enormi statue; l’Arco della Neutralità; il Museo Nazionale, pieno di reperti di un passato illustre; il Museo dei Tappeti, dove la nostra guida universitaria, si capisce dal lungo vestito rosso porpora e 2 trecce infinite, ci delizia con le spiegazioni sui disegni che rendono questi tappeti bellissimi. È dolcissimo ascoltare Maya raccontarci un suo sogno, ovvero: quello di voler sposare un ragazzo italiano o francese. Salutandola con un abbraccio le auguro che il suo sogno possa diventare realtà.
Dopo la visita della particolare capitale, con dei suv ci dirigiamo verso i posti più famosi di questo paese, che è stato al centro delle antiche rotte carovaniere della Via della Seta.
Il paesaggio del Turkmenistan è mozzafiato, è ricco di canyon e di lussureggianti montagne, anche se il Karakum Desert occupa buona parte del territorio.
Quest’ultima città è l’antica capitale e oggi è Patrimonio Unesco. Si trova nella provincia più a sud del paese, quella che ha come capoluogo Mary. Nel passato era uno degli avamposti più importanti lungo la Via della Seta, oggi è il parco archeologico più visitato del paese. È meglio andarci presto o nel tardo pomeriggio, perché la visita si snoda lungo un percorso già tracciato, ma tutto sotto il sole.
Fra i suoi canyon, una visita a quello di Yangikala e di Yangisuw lascia il viaggiatore a bocca aperta e alla compagnia di un numero incredibile di clic. Ma il luogo più sorprendente si trova nel Karakum Desert: la famosa Porta dell’Inferno. In questo deserto, che è uno dei deserti sabbiosi più grandi del mondo, nel 1971 una perforazione effettuata alla ricerca del petrolio ha provocato una voragine, che ha aperto una via di fuga al gas naturale, volontariamente è stato incendiato ed è da allora che il cratere brucia interrottamente. Per questo la gente del luogo gli ha dato un nome quanto mai appropriato: la Porta dell’Inferno, o in turkmeno “Darvaza”. È uno scenario naturale che ti entra negli occhi e nel cuore, qualcosa che sarà impossibile dimenticare. Come la notte trascorsa lì, a qualche centinaio di metri, in una tenda sotto le stelle infinite con un unico compagno: il silenzio.
Un viaggio in questo paese, dove in passato i popoli viaggiavano solo con l’aiuto delle stelle, é davvero da grandi viaggiatori.
Il secondo stato più grande dell’Asia Centrale ha antiche credenze e tradizioni, una religiosità così diversa dai paesi che le fanno da corollario…ma, anche, un forte orgoglio, un popolo ospitale, con un sorriso meraviglioso e con valori semplici, profondi e autentici…
Come autentico è stato questo viaggio. Come autentica è stata l’esperienza vissuta con Luca, Gianni, Beatrice, Jacqueline, Dina, Piercarlo, Luisa, Stefania e Mirca. Indimenticabili giorni con questo indimenticabile gruppo.

Mery Coscarelli

foto fi Mery Coscarelli