Gli auguri di don Momigli: “La Pasqua ci domanda disponibilità all’incontro e all’ascolto”

CAMPI BISENZIO – Come è sua abitudine, anche in occasione della Pasqua, è arrivato un intervento di don Giovanni Momigli, ex parroco di San Donnino, rimasto comunque molto legato alla Piana, che offre più di uno spunto di riflessione. Oltre naturalmente a voler essere motivo di auguri a tutti i nostri lettori. “La Pasqua, come […]

CAMPI BISENZIO – Come è sua abitudine, anche in occasione della Pasqua, è arrivato un intervento di don Giovanni Momigli, ex parroco di San Donnino, rimasto comunque molto legato alla Piana, che offre più di uno spunto di riflessione. Oltre naturalmente a voler essere motivo di auguri a tutti i nostri lettori.

“La Pasqua, come evoca il termine ebraico Pesah (=passaggio), essendo una celebrazione dinamica, di movimento, non può essere vissuta in modo statico, rimanendo dove siamo. Per vivere in pienezza il memoriale della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo, è dunque necessaria la disponibilità al cambiamento Il primo passaggio da effettuare, né scontato né facile, è quello dall’incredulità alla fede. Non è stato semplice neppure per i discepoli, come mettono in chiara evidenza i Vangeli. Matteo, addirittura, insinua il dubbio nel momento stesso in cui vedono il Signore: «Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono» (Mt 28,17).  Il dubbio ci accompagna come stimolo a non fermarsi mai, come spinta a scendere in profondità e andare sempre oltre, in un continuo passaggio di crescita.  Tuttavia, come ci dicono i brani del Vangelo che narrano le varie apparizioni del Signore risorto, il fattore decisivo per poter credere è costituito dalla parola del Signore stesso, che svela e rivela il senso degli avvenimenti e delle cose. Come ricorda l’apostolo Paolo: «La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo» (Rm 10,17). E’ questa parola che illumina, incoraggia, guida e fa vedere intimamente quello che la mente e il cuore non osano neppure immaginare.  Il processo di ascolto, interpretazione, comprensione e obbedienza della parola, guida il cammino dei credenti. Un cammino che non è mai totalmente compiuto, perché il mistero della grazia del Signore sarà pienamente svelato nel definitivo passaggio da questo mondo al Padre.  La Pasqua, dunque, per essere fruttuosamente vissuta ci domanda disponibilità all’incontro, all’ascolto e all’accoglienza del Signore che sempre ci viene incontro.  E’ Gesù risorto che viene incontro alle donne, quando, lasciato il sepolcro, stavano recandosi dai discepoli, per riferire dell’apparizione dell’angelo (Mt. 28,9). E’ sempre il Signore che si fa compagno di strada ai due discepoli che stanno tornando a Emmaus sconsolati per ridare loro senso e vigore (Lc. 24,15) e che entra nel cenacolo dove si trovavano i discepoli per offrire loro la pace, mostrando le cicatrici delle ferite come segno dell’amore che salva (Gv. 20,19). La Pasqua è il culmine di una storia di amore che ci raggiunge, ci coinvolge e ci invia a condividerlo nella comunione fraterna.  Gli elementi che ci consentono di vivere la Pasqua come passaggio dalla nostra attuale condizione verso un oltre sempre nuovo, sono appunto la disponibilità all’incontro e all’ascolto del Signore risorto ed ad una rinnovata comunione nell’amicizia e nella solidarietà fraterna. In questo passaggio, facendo leva sulle nostre difficoltà e i nostri dubbi,  potremo persino giungere a rivolgersi al Gesù risorto con l’alta professione di fede alla quale è approdato l’apostolo Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!» (Gv20,28). Buona Pasqua! Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto, alleluia, alleluia!”.
Don Giovanni Momigli