Gronchi (Confesercenti): “Il Dpcm? Una scelta devastante. Subito aiuti alle imprese”

FIRENZE – Anche Confesercenti Toscana, per voce del suo presidente Nico Gronchi, critica “le nuove disposizioni per il contenimento del Covid-19, che causeranno un’ulteriore riduzione di circa 5,8 miliardi di euro di consumi delle famiglie. L’ennesimo colpo per commercio, turismo e somministrazione, che potrebbe causare la chiusura di altre 20.000 attività, portando da 90.000 a 110.000 le cessazioni di impresa previste […]

FIRENZE – Anche Confesercenti Toscana, per voce del suo presidente Nico Gronchi, critica “le nuove disposizioni per il contenimento del Covid-19, che causeranno un’ulteriore riduzione di circa 5,8 miliardi di euro di consumi delle famiglie. L’ennesimo colpo per commercio, turismo e somministrazione, che potrebbe causare la chiusura di altre 20.000 attività, portando da 90.000 a 110.000 le cessazioni di impresa previste quest’anno, In particolare per la ristorazione, bar e pubblici esercizi è un colpo mortale, un colpo per centinaia di migliaia di imprese, ad alcuni milioni di lavoratori, alla fiducia del paese”.

“Questa volta non ci sono alibi, – aggiunge Gronchi – conosciamo gli effetti devastanti del lockdown sulla platea delle attività che saranno chiuse totalmente o parzialmente per decreto: i 70 giorni di chiusura delle attività del commercio, turismo e servizi della nostra regione sono costati un miliardo e 300.00 euro in meno di fatturati e un altro colpo, le nostre imprese, non la reggeranno”.

“Sono necessarie scelte non dettate solo dall’emergenza o dall’onda emotiva di queste ore, ad esempio su trasporti, scuola ed economia, ma equilibrate e mirate ad evitare un tracollo economico e sociale, mantenendo sotto controllo il sistema sanitario, perché la tutela sanitaria di ogni cittadino è la priorità, ma coniugarla con scelte che non distruggano l’economia è la vera sfida. Come Confesercenti, abbiamo chiesto e chiederemo con forza e in tutte le sedi possibili, che per tutte queste imprese, entro poche ore, arrivino veri e proporzionati contributi di ristoro e dopo, solo dopo, i divieti. Questa volta, per le imprese del commercio, turismo e servizi, già pesantemente provate da mesi difficilissimi, non ci può essere altra versione accettabile: per noi, per i nostri dipendenti, per le nostre famiglie, per le nostre imprese”.