“I diari del tandem”: Campi viola intenso

CAMPI BISENZIO – “La Fiorentina è la squadra che amiamo, di tutto il resto ce ne freghiamo…”: è uno dei cori che viene lanciato spesso in curva Fiesole. Già, perché “I diari del tandem” di questa settimana hanno come tema Campi e la Fiorentina. Scopriamo perché. “Cos’è la vita senza l’amore? E’ come un albero […]

CAMPI BISENZIO – “La Fiorentina è la squadra che amiamo, di tutto il resto ce ne freghiamo…”: è uno dei cori che viene lanciato spesso in curva Fiesole. Già, perché “I diari del tandem” di questa settimana hanno come tema Campi e la Fiorentina. Scopriamo perché.

“Cos’è la vita senza l’amore? E’ come un albero che foglie non ha più” Cos’è la vita senza il campionato di calcio? Idem. Cos’è la vita senza la viola? E’ come la terra che fiori non ha più. Io e Simone ci siamo svegliati all’alba (o quasi) domenica scorsa, nella prima domenica senza campionato di calcio. Una sorta di elaborazione del lutto. Un modo per prendere in giro la tristezza infinita che provoca la mancanza dello sfogo domenicale del pallone. Siamo andati a giro in tandem per Campi a cercare tracce di viola. Perché c’è ancora tanto da pedalare fino alla prima giornata di calcio del prossimo campionato. In mezzo ci sono i sogni (o quasi) della campagna acquisti, Moena, le amichevoli, i primi autoconvincimenti: “Quest’anno sarà forte la tua Fiorentina!”, ma le partite vere sono un’altra cosa. Mentre vado all’appuntamento con Simone, pedalando da solo sul tandem, un signore un po’ affaticato dalla salitella dopo la gelateria “Il Fantino” mi grida: “Ho bisogno di un passaggio”. Se non mi aspettasse il mio amico Simone forse un passaggio gliel’avrei anche dato. Prima di salire sul tandem Simone apre il portellone posteriore del suo furgone giallo da lavoro. Il furgone è pieno di vari materiali della Fiorentina perchè Simone, oltre ad essere, ovviamente, un grande tifoso viola, e fare l’imbianchino, è anche l’addetto stampa del Museo della Fiorentina. Appiccicato sul portellone c’è un bel manifesto di Davide Astori. “Giovanni la nostra pedalata non può che partire da questa bella faccia”. Simone hai ragione”. Si sale sul tandem con l’animo un po’ così. Nel piazzale del benzinaio di via Barberinese poco prima della rotonda della circonvallazione sud c’è Leonardo seduto sulla sua bella vecchia Vespa. Lo salutiamo. Sta aspettando un suo amico per andare a fare un raduno. Non potevamo fare un incontro migliore. La sua Vespa è di per sé un piccolo Museo viaggiante della Fiorentina. Stemmi, adesivi, della Fiorentina e della Curva Fiesole. Il tempo di fare una foto e ripartire. L’incontro, del tutto casuale, non può far altro che indurci a pensare che anche non volendo non possiamo far altro che tifare viola. “Ciao Leo”. “Ciao ragazzi e forza viola”. Io e Simone in coro: “Sempre”. I campi, i giardini, le terrazze, son pieni di fiori viola. Per la strada spuntano fiori viola perfino dall’asfalto e dal cemento. nei bar spuntano adesivi, sciarpe, giornali, libri che ricordano la Fiorentina. Tifare Fiorentina non è roba da malati di cuore. E comunque tifare una quadra di calcio è un atto di fedeltà che non ammette ripensamenti, un viaggio di sola andata, un anello al cuore, un qualcosa di indefinito che condiziona la tua vita, un gol dentro la porta della tristezza che trasforma anche il più anonimo dei tuoi giorni in un giorno di gioia. Prima di lasciarci diamo un ultimo sguardo ad un bel sorriso. “Ciao Davide”. Io con il tandem e Simone con il furgone giallo ce ne troniamo a casa un po’ così.

Giovanni Grossi