“I diari del tandem”: un ragazzo del ’99

CAMPI BISENZIO – Anche in questo caso un ragazzo del ’99 ci regala emozioni. Anche se, in questo caso, è del 1999. Ma a farci sognare, scusate il gioco di parole, sono i suoi sogni e le sue aspirazioni a pochi giorni dall’esame di maturità. Un ragazzo del ’99 che crede molto nel teatro, lo […]

CAMPI BISENZIO – Anche in questo caso un ragazzo del ’99 ci regala emozioni. Anche se, in questo caso, è del 1999. Ma a farci sognare, scusate il gioco di parole, sono i suoi sogni e le sue aspirazioni a pochi giorni dall’esame di maturità. Un ragazzo del ’99 che crede molto nel teatro, lo fa e, chissà, magari anche costruirci “sopra” il proprio futuro.

Si presenta all’appuntamento con l’aria soddisfatta. Stanca, ma soddisfatta. E’ il giorno dopo l’ultima prova dell’esame di maturità. Quest’anno tocca ai ragazzi della leva scolastica del ’99. Siamo in piazza Dante, proprio di fronte al teatro, e in piazza il mercato sta smobilitando. Al lato della piazza i camion per la pulizia della strada stanno scaldando i motori. Anche per Lorenzo, Lorenzo Socci per la precisione, è tempo di fare piazza pulita, una piazza pulita mirata, una raccolta differenziata dei propri pensieri per riuscire a capire cosa portare nel proprio futuro prossimo. “Sono appena diventato maturo e, nonostante i tantissimi momenti divertenti e le amicizie di questi cinque anni, non posso che essere al settimo cielo. E come per molti altri ragazzi, la domanda che adesso sorge spontanea è: continuo a studiare? Mi trovo un lavoro? Cazzeggio totale? La risposta non è mai banale, ci sono mille riflessioni, ma nonostante ciò io ho sempre avute le idee chiare, o almeno è così da un paio d’anni: continuare con il teatro”. “Innanzitutto – continua – voglio ringraziare due persone, Andrea Bruno Savelli e te, Giovanni Grossi, che in un freddo giorno di gennaio siete venuti nel nostro istituto, avete parlato in tutte le classi e proposto un progetto di laboratorio teatrale. Mi ricordo lo scetticismo che c’era, in fondo il teatro si sapeva fosse osa per vecchi… Mai cosa fu più sbagliata. Iniziai. Facemmo un anno. Un altro ancora. E un altro ancora. Passavano gli anni, ma non smettevamo mai di divertirci su quel palcoscenico”. “Innanzitutto grazie Lorenzo, da parte mia e di Andrea”. Il tempo di qualche foto in piazza e via si parte. In via Bruno Buozzi incrociamo il primo camion della pulizia al lavoro e anche il camion dei pensieri di Lorenzo lavora a pieno ritmo. “Il teatro mi ha dato tanto, sia a livello tecnico che sociale. Infatti, almeno per me, anche soltanto pensare che in una cittadina come Campi Bisenzio c’è un teatro attivo come il Teatrodante Carlo Monni, mi fa stare meglio. Come ho detto quest’anno ho fatto la maturità, e ad accompagnarmi in questa corsa al diploma non poteva che esserci Andrea Bruno Savelli che, da bravissimo regista quale è, ha deciso di mettere in scena questo viaggio. E così cominciò la mia carriera da attore. “Le canzoni sfortunate”, con Nicola Pecci, racconta come meglio non potrebbe il percorso introspettivo della vita di un adolescente attraverso le bellissime canzoni di De André. Abbiamo girato tanto, 9 tappe nelle province di Firenze e Prato ed obiettivamente riscuotendo un discreto piacevole successo. Per me era una cosa inaspettata, ci ho sempre fantasticato ma mai avrei immaginato di firmare un contratto vero e essere considerato un professionista. È stata un’esperienza unica e spero che sia solo l’inizio”. Tra il dire e il fare c’è solo da pedalare. Siamo al fontanello dietro il liceo quando Lorenzo scandisce bene queste parole: “Per questo ho deciso che il mio percorso debba continuare e vorrei entrare all’Accademia teatrale di Bologna”. Siamo arrivati al liceo. Scendiamo di bici. Gli chiedo: “Perché Bologna?”. ” Mi trovo benissimo nella mia Campi e ho un amore viscerale per Firenze, ma dopo 12 anni passati nel raggio di 600 metri credo sia giusto che provi a cambiare aria. Inoltre tra poco sarò nel film di Leonardo Pieraccioni come comparsa, una cosa nuovissima per me e non vedo l’ora di cominciare”. Se son rose fioriranno, ma le rose non nascono spontaneamente nei prati e Lorenzo ha deciso di coltivarle giorno per giorno. E’ l’unico modo per farle fiorire. Bravo Lorenzo. Ora Lorenzo sulla salita del ponte della Rocca spinge sui pedali con più potenza che all’andata. Prendiamo velocità e arriviamo in piazza Dante quasi per inerzia. In piazza del mercato non c’è più traccia. I camion hanno fatto piazza pulita. “Giovanni posso dire un’ultima cosa prima di salutarci?”. “Vai!”. “Vorrei concludere ringraziando un altro gruppo di persone, Vanessa Tardani in particolare ma tutti coloro che lavorano all’interno del Teatrodante di Campi Bisenzio, che hanno contribuito senza dubbio a renderlo una delle più belle realtà campigiane”. Sorrido.
Giovanni Grossi