I panificatori compatti: “No alla farina di insetti nel pane toscano”

FIRENZE – “Il pane toscano è prodotto con farina di grano, acqua e lievito. È una ricetta messa a punto da secoli e che non intendiamo modificare, tanto meno utilizzando polvere di insetti per allungare le farine”. La presidente dei panificatori fiorentini di Assipan-Confcommercio Arianna Piazzetti (nella foto) conferma così la netta contrarietà della categoria ad utilizzare […]

FIRENZE – “Il pane toscano è prodotto con farina di grano, acqua e lievito. È una ricetta messa a punto da secoli e che non intendiamo modificare, tanto meno utilizzando polvere di insetti per allungare le farine”. La presidente dei panificatori fiorentini di Assipan-Confcommercio Arianna Piazzetti (nella foto) conferma così la netta contrarietà della categoria ad utilizzare la polvere di Acheta Domesticus (grillo domestico) nella produzione del pane artigianale e dei prodotti da forno.

Ad autorizzare l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus quale nuovo alimento è stato il Regolamento di esecuzione 2023/5 della Commissione Europea. “Comprendiamo le difficoltà alimentari di tanti Paesi del mondo, che costringono a una evoluzione della gastronomia, e siamo ben aperti ai cambiamenti positivi portati dalla globalizzazione – prosegue la presidente dei panificatori fiorentini – ma non siamo disposti a sacrificare la nostra storia e autonomia culturale, né a rinunciare ai sapori della tradizione”.

Necessario quindi, secondo l’associazione, tutelare il buon pane fresco artigianale italiano ricco di storia e tradizione. Secondo la normativa vigente, in considerazione dell’articolo 14 della legge 4 luglio 1967 numero 580, il pane deve essere prodotto esclusivamente con sfarinati di grano, acqua e lievito con o senza aggiunta di sale comune. Sebbene, successivamente, il regolamento consenta l’aggiunta di ulteriori ingredienti nella produzione del pane, la denominazione di vendita deve essere completata dalla menzione dell’ingrediente utilizzato e, nel caso di più ingredienti, di quello o di quelli caratterizzanti. Se, dunque, qualcuno dovesse utilizzare lo sfarinato di Acheta domesticus, dovrà dichiararlo nell’etichetta.

“Al di là degli aspetti normativi, da tempo abbiamo il sospetto di un graduale attacco alle eccellenze gastronomiche italiane messo in atto da potentati economici esteri. In gioco non c’è solo la tutela del pane italiano, bensì la sopravvivenza delle migliaia d’imprese di tutte filiere alimentari nazionali. Per questo come Assipan Confcommercio siamo in prima fila nella difesa del buon pane fresco e dei prodotti da forno artigianali espressione della millenaria cultura gastronomica del nostro Paese”, conclude la presidente Piazzetti.