“Il Cane, il Lupo e Dio”: con Folco Terzani, a CiviCa, per quello che è un viaggio dentro di noi

CALENZANO – Abbandonare le certezze della vita quotidiana per addentrarsi in un viaggio introspettivo. Circondati dal Divino, dalle varie anime che ci contraddistinguono, per andare alla ricerca della “Montagna della luna”. E’ quello che emerge dalla lettura de “Il Cane, il Lupo e Dio”, scritto da Folco Terzani per Longanesi, che avrò davvero il piacere […]

CALENZANO – Abbandonare le certezze della vita quotidiana per addentrarsi in un viaggio introspettivo. Circondati dal Divino, dalle varie anime che ci contraddistinguono, per andare alla ricerca della “Montagna della luna”. E’ quello che emerge dalla lettura de “Il Cane, il Lupo e Dio”, scritto da Folco Terzani per Longanesi, che avrò davvero il piacere di presentare dopo domani, giovedì 10 maggio, alle 21 a CiviCa. Appuntamento che rientra nel programma di “Calenzano passo passo”, prima edizione del “Festival del camminare” e che arriva dopo i libri di Andrea Vismara e Simona Baldanzi. Un libro da leggere tutto di un fiato, un racconto/favola/metafora (della vita) che toglie al lupo il manto pesante e intriso, soprattutto nell’immaginario collettivo, di quella ferocia che, fin dal passato, gli è stato costruito intorno. Un racconto/favola/metafora che racconta, in un misto di leggerezza, rispetto e garbo, il bisogno dell’uomo di riconnettersi alla natura, al senso del divino, di andare alla ricerca di quella che è la personale “Montagna della luna”. E Terzani ci riesce benissimo, in un susseguirsi di grotte, cascate, boschi, monti e tempeste di fulmini. In una straordinaria armonia di parole e immagini (fondamentali anche le illustrazioni di Nicola Magrin che, pagina dopo pagina, accompagnano il racconto), una storia semplice e profonda sulla natura, l’amicizia e il senso del divino. “Per due anni – ha detto Terzani in una recente intervista – ho vissuto in montagna con mia moglie e i miei figli proprio per trovare la struttura della storia che volevo raccontare. Alla fine solo con questi animali ho potuto raccontarla”. Senza dimenticare ovviamente l’eredità spirituale lasciata dal babbo Tiziano: “Lui, verso la fine, ci ha insegnato a porci le grandi domande della vita. E’ un messaggio che mi è arrivato molto bene, ho iniziato a guardare a quelle cose, a “fare una vita in cui ti riconosci”, come diceva lui…”. E non solo lui, inteso come babbo, mi permetto di aggiungere…