Il civismo come un nuovo strumento per la buona politica

SESTO FIORENTINO – Il civismo un nuovo strumento per la buona politica, è stato questo il tema di un incontro promosso dal Movimento Sesto 2014 che si è tenuto martedì sera 9 dicembre alla Casa del popolo di Colonnata. A moderare la serata è stato Fabrizio Muscas, consigliere comunale di Sesto 2014, che ha parlato […]

SESTO FIORENTINO – Il civismo un nuovo strumento per la buona politica, è stato questo il tema di un incontro promosso dal Movimento Sesto 2014 che si è tenuto martedì sera 9 dicembre alla Casa del popolo di Colonnata.
A moderare la serata è stato Fabrizio Muscas, consigliere comunale di Sesto 2014, che ha parlato del ruolo delle Liste civiche nell’attuale quadro politico e ha portato l’esempio del “civismo” come alternativa al sistema dei partiti. Il “Civismo” in cui cittadini con una diversa visione della politica, usciti dalle logiche di potere fine a se stesso, si sono organizzati per il governo dei propri territori, fuori dagli schemi rigidi e controllati dei partiti.
All’incontro era presente anche Anna Ravoni, sindaco di Fiesole ed eletta nel Consiglio del nuovo organismo della Città metropolitana col sostegno del coordinamento metropolitano tra le liste civiche della provincia. La Ravoni, 55enne tributarista, ha raccontato la sua esperienza: dalla militanza ultratrentennale nei partiti di sinistra, dal Pc fino al Pd, alla fuoriuscita dai democratici, in contrasto con la mancanza di democrazia interna nel Pd, che l’ha portata, per 5 anni, a fare un’opposizione seria, in consiglio comunale a Fiesole, contro il suo ex partito di appartenenza, per rendere concrete le istanze e le proposte dei cittadini. Oggi Anna Ravoni guida Fiesole contando sull’appoggio di 11 consiglieri su 16, quasi tutti alla prima esperienza politica. Un’esperienza che Anna Ravoni intende ripetere anche fuori delle singole realtà locali, su territori più ampi, ad esempio nelle nuove Città metropolitane, con l’intento di consolidare una cittadinanza attiva fondata sulla partecipazione, governo di cittadini fra cittadini.
Andrea Barducci, presidente della provincia di Firenze ha ammesso e denunciato come la politica non sia stata più in grado, negli ultimi anni, di produrre una nuova classe dirigente, facendo tornare d’attualità il fenomeno del civismo.
Barducci ha criticato anche la riforma delle Province che da gennaio, sotto un altro nome, diventeranno organismi non più eletti dai cittadini, mentre oggi, a tre settimane dal debutto delle nuove Città metropolitane, ancora mancano le attribuzioni delle competenze. “Se la manovra del Governo resta quella che conosciamo adesso e i fondi a disposizione dei vari enti locali restano quelli attualmente stimati – ha detto Barducci – nel 2015 le 108 province italiane rischieranno il fallimento, incapaci perfino di pagare gli stipendi ai propri dipendenti“. Per Barducci è mancato il coraggio di andare fino in fondo alla riforma: “se le province devono continuare ad esistere che lo facciano come organi democraticamente eletti – ha chiosato il Presidente – altrimenti, se considerate enti superati ed inutili, meglio la loro completa abolizione”.
Il rischio default per le province italiane, nel 2015, è stato confermato anche da Marco Carraresi, consigliere regionale presente al dibattito che, per il prossimo anno, con le attuali previsioni, ha paventato grosse difficoltà di gestione anche per le stesse Regioni.

Foto gallery di Roberto Vicario