“Il libro del rifugio” – Ritrovare la gentilezza? Fondamentale. Come in quel supermercato di Calenzano

CALENZANO – Fare la spesa al supermercato al tempo del Coronavirus. Sarebbero sufficienti queste parole per ritenere chiuso l’articolo. Punto. Già, perchè in questi giorni surreali che tutti stiamo vivendo, due delle cose più semplici nella normalità della vita quotidiana, fare la spesa appunto e andare alla posta, rischiano di essere “maledattamente” complicate. Ma anche di […]

CALENZANO – Fare la spesa al supermercato al tempo del Coronavirus. Sarebbero sufficienti queste parole per ritenere chiuso l’articolo. Punto. Già, perchè in questi giorni surreali che tutti stiamo vivendo, due delle cose più semplici nella normalità della vita quotidiana, fare la spesa appunto e andare alla posta, rischiano di essere “maledattamente” complicate. Ma anche di rovinare i rapporti fra le persone. Ma questa rubrica, lo diciamo fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, vuole provare a guardare tutto da un’angolazione diversa. Vuole provare a essere, nel nostro piccolo, raccontando quello che succede nei Comuni della Piana, una goccia di serenità in un mare di notizie troppo spesso negative. E così anche un post su Facebook scritto più in chiave “costruttiva” può rappresentare un’altra goccia. E così via. Dopo i fiori di Adamo, un atto di gentilezza, un’altra goccia ancora. Perché in questi territori, ne sono sicuro, di storie da raccontare e di gocce da sommare l’una con l’altra ce ne sono tante. Il problema è che a colpirmi e a colpirci è quella che dovrebbe essere la normalità. Come dimostrano le parole scritte ieri da Simona nel gruppo “Sei di Calenzano se”: “All’uscita del Conad, con il carello pieno di spesa non ancora imbustata, sono inciampata, il carrello si è rovesciato e mi è caduto tutto. Il signore che gestisce la fila fuori e un altro dipendente sono corsi in soccorso, mi hanno aiutato a tirare su tutto e hanno sostituito le cose rotte. Ecco, tanta gentilezza e garbo, soprattutto in un momento così difficile che stiamo vivendo, mi hanno davvero toccata e commossa. Grazie di cuore”. Ma anche come ha ribadito Barbara con il proprio commento: “La cosa strana è che fa specie trovare ancora dell’umanità. Dovrebbe essere la normalità aiutarsi gli uni gli altri ma invece ce n’è sempre meno”. Sempre con maggiore frequenza, infatti, si leggono attacchi personali, si vedono rincorse all’untore, si punta il dito contro chiunque, come se i social, soprattutto in questo periodo, fossero lo “sfogatoio” principale delle nostre “pulsioni represse”. Ecco quindi che un atto di gentilezza (ma in quel supermercato, da quello che ho letto, per fortuna sembra essere una regola) si trasforma in qualcosa di straordinario. Chissà, magari anche questo potrà essere uno spunto di riflessione da cui ripartire quando tutto questo sarà finito.

(Immagine di archivio)

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