Il Nepal di Banchelli, seconda tappa di Olympic Softball

KATHMANDU – Si conclude in maniera straordinaria la seconda tappa del progetto “Olympic Softball” del ciclo-nauta fiorentino Marco Banchelli. Un progetto nato in stretta collaborazione con il manager della nazionale Marina Centrone e che, dopo la prima esperienza nel deserto del popolo Saharawi nell’aprile 2012, ha visto svilupparsi giusto in questi giorni, la seconda, a Kathmandu in […]

KATHMANDU – Si conclude in maniera straordinaria la seconda tappa del progetto “Olympic Softball” del ciclo-nauta fiorentino Marco Banchelli. Un progetto nato in stretta collaborazione con il manager della nazionale Marina Centrone e che, dopo la prima esperienza nel deserto del popolo Saharawi nell’aprile 2012, ha visto svilupparsi giusto in questi giorni, la seconda, a Kathmandu in Nepal,  ai piedi delle più alte montagne del mondo. Un modo di presentare lo sport anche come veicolo di pace e solidarietà, tanto tra chi lo pratica come da chi lo segue. Oltre a sostenere il ritorno dello spesso softball (e del baseball) ai Giochi Olimpici. E pare che da Tokyo 2020 ci sia comunque un riavvicinamento con la disputa di un torneo “sperimentale”.
Rispetto al deserto, in Nepal si è rivelata una realtà completamente diversa, ad iniziare dalla presenza  dello stesso Comitato Olimpico e di una vera e propria Associazione del Baseball e del Softball che, oltre ad organizzare corsi di avviamento e campionati,  è anche attivissima nelle scuole presso le quali cerca nuovi amici e praticanti. Ideale destinazione del “kit” che la Federazione Italiana Baseball e Softball aveva affidato a Banchelli.
Marco Banchelli ha consegnato direttamente nelle mani del direttore generale della Scuola di Budhanilkantha, Keshar Bhadur Khulal, a cui Ashok Bhathachen e Dipak Neupane della “Nepal Baseball and Softball Association”, hanno deciso di indirizzare in maniera primaria il kit ed il loro intervento.
“E’ stata un’altra esperienza incredibile – ha detto Banchelli – un viaggio che come obiettivo primario aveva la solidarietà nel dopo-terremoto che ha colpito queste terre nello scorso aprile e che oltre ogni aspettativa ed anche grazie al messaggio dello sport del baseball e del softball, si è già trasformato in una straordinaria proiezione di una essenziale sensazione di normalità proiettata verso il futuro”.