Il ricordo di don Silvano Salvadori

SESTO FIORENTINO – Il ricordo di don Silvano Salvadori di Davide Costa. “Non lo vedevo da tempo don Silvano Salvadori. L’ultima volta lo incontrai diversi anni fa nel suo appartamento all’Immacolata per un’intervista. Salire quelle scale, che per anni avevo fatto su e giù, da buon “ragazzo dell’Immacolata”, mi faceva un certo effetto. Parlammo a […]

SESTO FIORENTINO – Il ricordo di don Silvano Salvadori di Davide Costa.

“Non lo vedevo da tempo don Silvano Salvadori.
L’ultima volta lo incontrai diversi anni fa nel suo appartamento all’Immacolata per un’intervista. Salire quelle scale, che per anni avevo fatto su e giù, da buon “ragazzo dell’Immacolata”, mi faceva un certo effetto.
Parlammo a lungo quel pomeriggio, ma di cose da scrivere per l’intervista ce ne furono ben poche. Piuttosto lasciammo correre il treno dei ricordi: ci conoscevamo dalla fine degli anni Ottanta, quando con i miei genitori ci trasferimmo al Tondo. Da allora don Silvano era diventato il nostro parroco, il mio parroco. Anzi, il “priore”, come lo chiamavano tutti. Che poi chissà perché priore, visto che per decenni era sempre stato sì il primo, ma anche l’unico sacerdote della parrocchia. Eppure lo chiamavano tutti così: forse un segno di rispetto nei confronti di una persona che il rispetto se l’era guadagnato giorno dopo giorno sul campo.
In quel pomeriggio ripercorremmo quasi vent’anni di conoscenza, di episodi, di affetto. Ricordammo insieme la mia “parabola parrocchiale”: comunione, cresima, dopocresima, animazione di nuovi gruppi di ragazzi. E ancora, le gite da adolescenti a Quercianella per andare a trovarlo al mare, i mercatini per le missioni, il giornalino della Parrocchia che facemmo insieme tra il ’96 e il ’97 e che gli permise di far conoscere tanti aneddoti della sua ultradecennale permanenza all’Immacolata.
Dopo averlo salutato mi disse che non mi avrebbe accompagnato alla porta, perché tanto la strada la sapevo. Adesso, dopo tanti anni, so che se la strada della vita ho imparato a percorrerla è anche grazie a lui”.
Davide Costa