Il rock acrobatico e la Fiorentina, le passioni di Ubert (3)

CAMPI BISENZIO – Non è solo il mondo del ballo, del rock acrobatico a piangere la scomparsa di Ubert Scarlini, non solo gli amici tifosi come lui della squadra viola, l’amata Fiorentina, anche la gente che lo ha conosciuto anche solo una sera. Ubert Scarlini non era solo un grande ballerino e danzatore acrobata, un […]

CAMPI BISENZIO – Non è solo il mondo del ballo, del rock acrobatico a piangere la scomparsa di Ubert Scarlini, non solo gli amici tifosi come lui della squadra viola, l’amata Fiorentina, anche la gente che lo ha conosciuto anche solo una sera. Ubert Scarlini non era solo un grande ballerino e danzatore acrobata, un “personaggio” pubblico, ma anche un uomo di grande cuore e di profonda umanità. “E’ stato un esempio per tutti e non solo nel ballo – ricorda il cugino Valerio Scarlini – tutti gli hanno voluto bene. Da tempo era malato. Ce l’aveva messa tutta per sconfiggere la malattia e mi ripeteva: non voglio fare la fine di mio fratello”, ma alla fine ha dovuto cedere”. La commozione si fa prepotente e la voce si incrina. “E’ morto tra le mie braccia” aggiunge d’un soffio Valerio.
Ubert Scarlini era nato nel 1949 a Campi Bisenzio, il 29 dicembre, un “Capricorno” dal punto di vista astrologico, una persona appassionata di ballo, soprattutto quello acrobatico e di Fiorentina. Stiamo parlando di un mondo, quello della tifoseria viola, che lo ha visto spesso allo stadio, curva Fiesole, non solo negli anni Ottanta e Novanta quando i tifosi campigiani hanno recitato spesso un ruolo da protagonisti, colorando di viola lo stadio Artemio Franchi ma che per tutti era e sarà sempre il “Comunale”, con il “pratino” posto davanti alle scale di colore rosso che consentivano di salire sui gradoni della curva.
Era stato proprio il rock acrobatico a portarlo con il gruppo Acrobatic Rock a portarlo ad esibirsi insieme ai suoi compagni di viaggio, di vita e di spettacolo (la moglie Mara, e i ballerini Graziano, Mery, Sara, Minuccia, Maria Pia, Maurizio e il fantasista Biagio di Sesto), alla metà degli anni 80 in spettacoli della Rai, al Festivalbar, nei migliori locali italiani.
Ubert aveva fondato una scuola di ballo, dopo aver aperto tra l’83 e l’84 il Manila, lo storico locale notturno campigiano che poi aveva lasciato per continuare l’attività di maestro di ballo.