Il sindaco Biagioli: il sogno di una City Hall e i progetti di rigenerazione industriale

CALENZANO – Una “City Hall” dove concentrare le attività comunali aperte alla città come un aditorium, uno spazio per i matrimoni, uno per i funerali civili, per la socializzazione, ma anche per le attività artistiche come le mostre. E’ questo il sogno del sindaco Alessio Biagioli per la caserma dei carabinieri, uno dei progetti i […]

CALENZANO – Una City Hall” dove concentrare le attività comunali aperte alla città come un aditorium, uno spazio per i matrimoni, uno per i funerali civili, per la socializzazione, ma anche per le attività artistiche come le mostre. E’ questo il sogno del sindaco Alessio Biagioli per la caserma dei carabinieri, uno dei progetti i cui tempi di realizzazione vanno oltre il mandato amministrativo.

“E’ un elemento di innovazione legato alla vecchia caserma dei carabinieri – spiega il sindaco Biagioli – che io concepisco come la City Hall, il centro civico comunale centrale nel cui proprio interno c’è lo spazio civico per i matrimoni, per i funerali civili, spazi per socializzazione, esposizione e un auditorium che compensi gli spazi che abbiamo. Uno spazio comunale aperto alla città. E’ innovativo per il modo di vivere il comune finalizzato al civismo e sarebbe un completamento di piazza Gramsci insieme anche alla nuova sede dei vigili. Su questo abbiamo fatto gli studi all’Università e questa suggestione la lasceremo a chi viene dopo”.

Il primo cittadino di Calenzano si dice “soddisfatto” dei suoi dieci anni di amministrazione anche se sono rimasti in “sospeso” alcuni progetti, sogni che avrebbe voluto realizzare.

“Quello che vorrei fare è la Polveriera mi piacerebbe lasciare un progetto di fattibilità con  un soggetto economico – spiega il sindaco Biagioli – E’ un investimento che permette di dare un significato importante all’attività ricettiva e di valorizzazione dei nostri parchi. Un altro progetto che avrei voluto vedere concluso e che ho visto solo in parte è il metrotreno. Da quando facevo l’assessore all’ambiente questo è un obiettivo che tutti gli anni si sposta in avanti. Invece ritengo sia la chiave di volta di integrazione del comune nella città metropolitana. Un motore di sviluppo, di valorizzazione e di conoscenza delle nostre attività che allo stato attuale è molto limitato. Negli ultimi dieci anni è migliorato il servizio pubblico su gomma sia per collegamenti che per quantità di chilometri percorsi sul territorio. La parte del treno è invece ferma al palo. Il terzo progetto è quello di lasciare buone possibilità per il futuro per la rigenerazione urbana delle case davanti alla Università. Lasceremo a chi viene dopo, se c’è la volontà, la possibilità di realizzarla.

Riorganizzare le città restituendo nuova vita agli spazi industriali, non trasformandoli in residenziali, ma ridisegnandoli in base alle nuove funzioni e necessità. E’ uno degli obiettivi del Piano strutturale intercomunale che ha visto lavorare insieme i comuni di Calenzano e Sesto Fiorentino.

“I concetti fondamentali – spiega il sindaco Alessio Biagioli – sono: la salvaguardia del territorio extraurbano, stabilendo quali sono le aree agricole da non considerare fabbricabili e quelle fabbricabili. Il passo successivo una volta stabilito questo limite è nella parte fabbricabile creare più movimento sia per l’economia sia per la qualità urbana e rinnovare la nostra città. Abbiamo città vecchie fatte con edilizia di scarsa qualità segnate dai tempi e non rispondono alle normative attuali da quella sismica a quella energetica. Per creare questo movimento c’è prima di tutto la rigenerazione”.

Rigenerazione è un termine utilizzato nel Piano strutturale. Cosa significa e dove si va a rigenerare?

“Questa parola magica – dice il sindaco Biagioli – ha il significato di ripensare e organizzare le città partendo dal demolire, costruire, interpretare gli spazi degli edifici attuali. Dentro la rigenerazione abbiamo diviso in due macrosistemi: l’edilizia residenziale, una rigenerazione urbana e una rigenerazione necessaria che riguarda gli spazi industriali. Se in passato la rigenerazione e il recupero delle città passava dalla trasformazione degli spazi industriali agli spazi residenziali, oggi non è più così: viene a mancare quella pressante richiesta di appartamenti come venti anni fa, mentre c’è una richiesta di spazi produttivi. La seconda gamba della rigenerazione è, quindi, a fini industriali. Questo per mantenere la vocazione produttiva del territorio e dare alcune ‘possibilità’ alle aree dismesse che devono trovare nuova vita. Non si parla di trasformazioni in villette, ma di un ripensamento degli spazi industriali in virtù delle esigenze che si sono manifestate con una flessibilità maggiore rispetto al passato. In tutto questo sistema produttivo sono previsti anche gli spazi commerciali. Si parla di e-commerce e bisogna entrare nell’ottica che gli immobili commerciali da qui a pochi anni dovranno essere ripensati: più magazzini e negozi di vetrina, più logistica che mega spazi commerciali, mentre si parla di dimezzare gli spazi della grande distribuzione”.