Illustri sconosciuti. Pescetti e l’indice verso Morello

SESTO FIORENTINO – Almeno di nome, a dire il vero, è piuttosto conosciuto: Giuseppe Pescetti ha a lui una scuola intitolata, la media Pescetti appunto, e un busto di bronzo in largo Cinque Maggio – che spesso si trova, suo malgrado, a reggere in mano un gelato. Ma quanti sestesi conoscono la storia di questo […]

SESTO FIORENTINO – Almeno di nome, a dire il vero, è piuttosto conosciuto: Giuseppe Pescetti ha a lui una scuola intitolata, la media Pescetti appunto, e un busto di bronzo in largo Cinque Maggio – che spesso si trova, suo malgrado, a reggere in mano un gelato. Ma quanti sestesi conoscono la storia di questo personaggio? Sebbene non sia nato a Sesto ma a Castelnuovo Berardenga – Provincia di Siena – nel 1859, la sua storia è strettamente legata a quella del comune sestese. Laureato in giurisprudenza, avvocato, fu inizialmente repubblicano e nel 1885 creò un’associazione in difesa dei diritti del fanciullo. Ma proprio per via di questa esperienza, che lo portò a contatto con tante condizioni di miseria, maturò una diversa coscienza politica;  fu tra i promotori della Camera del Lavoro, e in seguito fra i sostenitori della Lega Socialista Fiorentina.
Già consigliere comunale a Firenze, nel 1897 fu protagonista a Sesto di una svolta “storica”: candidato alle politiche, riuscì ad ottenere più voti del candidato conservatore uscente, il marchese Carlo Ginori, diventando il primo deputato socialista Toscano.

In occasione di moti popolari, come quello (appunto) del maggio 1898 o il grande sciopero delle trecciaiole, si interessò della vicenda in difesa dei popolani arrestati, offrendo anche il suo apporto professionale di avvocato gratuitamente. Fu deputato fino alla sua morte, a Firenze nel 1924.
Tra le questioni di cui si interessò, oltre a tempi sociali in difesa delle classi meno abbienti e soprattutto dei ragazzini, si ricordano la posa della prima pietra della Biblioteca Nazionale a Firenze e il rimboschimento di Monte Morello. La montagna aveva infatti fino agli inizi del ‘900 un aspetto in gran parte brullo, simile alla Calvana; fu per iniziativa del Pescetti che si procedette a ripiantare gli albere e oggi le colline sono coperte da boschi. E’ questo il motivo per cui la sua statua, in largo Cinque Maggio,
ha un braccio piegato e una mano che indica a sinistra, verso i monti. Qualcuno per favore lo dica ai buontemponi clienti della vicina yogurteria, che ogni tanto gli lasciano in mano un bicchierino.

Francesca Gambacciani

Nelle immagini, il primo giorno di Scuola alla media Pescetti con il sindaco Sara Biagiotti, e il busto di Pescetti in Largo 5 Maggio