In moto per il mondo. E un “Levriero” come premio da Campi

CAMPI BISENZIO – Limonaia di Villa Montalvo in grande spolvero ieri sera per il primo appuntamento con il “Premio Levriero città di Campi Bisenzio”. Un’iniziativa voluta dalla presidenza del consiglio comunale e che ha visto in Alessio Colzi (accompagnato nell’occasione dall’assessore allo sport Roberto Porcu) il “padrone di casa”. L’obiettivo, infatti, era (e lo sarà […]

CAMPI BISENZIO – Limonaia di Villa Montalvo in grande spolvero ieri sera per il primo appuntamento con il “Premio Levriero città di Campi Bisenzio”. Un’iniziativa voluta dalla presidenza del consiglio comunale e che ha visto in Alessio Colzi (accompagnato nell’occasione dall’assessore allo sport Roberto Porcu) il “padrone di casa”. L’obiettivo, infatti, era (e lo sarà anche in futuro visto che nelle intenzioni di Colzi si tratta di un premio da ripetersi ciclicamente) quello di dare un riconoscimento a chi ha portato il nome di Campi Bisenzio nel mondo, in un mix di tradizione e innovazione, due caratteristiche su cui si basa il premio insieme ovviamente alla contemporaneità. E per il debutto del “Levriero” (il nome è ripreso dallo stemma del Comune dove spicca appunto un levriero, n.d.a.) la scelta è ricaduta su Gionata Nencini che con la sua moto è rimasto… otto anni fuori di casa, ovvero l’arco do tempo che gli è servito per compiere il giro del mondo, partendo da Campi con il minimo indispensabile per sopravvivere, fra cui olio e sale, una chitarra, poco più di 2.000 euro in tasca e naturalmente tanto entusiasmo, elemento necessario quest’ultimo per portare a termine un’impresa del genere. “Ma senza tempo, salute e passione – ha spiegato lo stesso Gionata – non ci sarei sicuramente riuscito…”. In sala ovviamente anche l’inseparabile moto, una Honda Transalp, mentre sullo schermo scorrevano le immagini dei momenti più significativi del suo viaggio. Tutto ciò intervallato dalle domande di Gaia Cifrissima, sua amica da sempre, che insieme a Gionata ha evidenziato i momenti belli, le curiosità ma anche le criticità di questi otto anni. Con una frase di Henri Ford a fare da fil rouge fra un video e una risposta del motociclista campigiano: “Che tu creda di farcela o non farcela, hai ragione…”. Indubbiamente il miglior biglietto da visita per “uno che ha detto ciao – sue testuali parole – ed è partito da casa”. Per poi restare otto anni “in giro per il mondo” e trovando nel Cile uno dei paesi più ospitali. Un po’ Kerouac un po’ Che Guevara, è partito dall’Italia in direzione della Turchia, poi Siberia e dopo quattro mesi è arrivato in Giappone. Quindi è stata la volta della Corea del Sud e della Cina, per poi proseguire in Thailandia, Laos, Vietnam, Australia, Nuova Zelanda, Sud America e Cile dove ha conosciuto una ragazza, ha avuto un figlio e ha deciso di fermarsi per un po’ di tempo. Da qui ha continuato a girare l’America del sud, ha raggiunto l’Alaska, attraversando tutta l’America, e poi è finalmente è tornato con la sua compagna in Italia. Queste, in estrema sintesi, le tappe del suo viaggio: troppo poco per trasmettere le emozioni di una serata come quella di ieri sera. Il viaggio, però, gli è rimasto nel sangue e non a caso adesso organizza gli stessi tour dall’Italia, facendo da guida turistica per giri in moto della Patagonia: “Conosco tre lingue e ho girato molto. Sicuramente ripartirò e certamente scriverò un libro sulla mia esperienza, coronando un sogno che ho da sempre”. Per saperne di più www.partireper.it