In prima toscana al Teatrodante Carlo Monni la vita di Caravaggio. In un monologo di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia

CAMPI BISENZIO – Il premiatissimo duo composto da Francesco Niccolini e Luigi D’Elia torna con un nuovo lavoro in prima toscana per raccontare uno dei più importanti artisti di tutti i tempi: “Caravaggio. Di chiaro e di oscuro”. Appuntamento stasera, sabato 16 marzo, alle 21 al Teatrodante Carlo Monni con il monologo scritto da Niccolini e interpretato da D’Elia con […]

CAMPI BISENZIO – Il premiatissimo duo composto da Francesco Niccolini e Luigi D’Elia torna con un nuovo lavoro in prima toscana per raccontare uno dei più importanti artisti di tutti i tempi: “Caravaggio. Di chiaro e di oscuro”. Appuntamento stasera, sabato 16 marzo, alle 21 al Teatrodante Carlo Monni con il monologo scritto da Niccolini e interpretato da D’Elia con la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi che racconta l’evoluzione di Michelangelo Merisi da Caravaggio: la peste da bambino, il successo fulmineo e scapestrato, gli amori poco sacri e molto profani e la sua mano impossibile da replicare, prodotto da Mesagne Capitale Cultura di Puglia 2023 – Umana Meraviglia, Compagnia INTI di Luigi D’Elia , Le Tre Corde – Compagnia Vetrano/Randisi, Teatri di Bari.

“È palpabile, lo sto vivendo di teatro in teatro: l’arte di Caravaggio, lo sguardo che lui ha portato sul mondo e sull’umanità errante sono ancora oggi straordinariamente capaci di commuovere, come se fossimo di fronte al primo vero fotoreporter della Storia”, dice D’Elia. “Caravaggio ha restituito una prospettiva immortale non solo sulla cronaca dei fatti, ma anche sulla natura profonda, corporea e divina, dell’umanità. Mi chiedo se le opere di Caravaggio possano veicolare, tramite l’arte, quella Misericordia che facciamo così fatica a trovare oggi. Se nelle sue tele, apparentemente tanto cupe, non ci sia la stessa umanità che oggi vediamo arrivare disperata dal mare. Vorremmo che nel nostro spettacolo finisse tutto il mistero di questa umanità che cerca, fa tentativi, sbaglia, si mette in viaggio, cade, si rialza e scopre infine che il miracolo più prossimo è quello dell’incontro con l’Altro: profugo, nemico, carnefice, compagno, santo o dannato che sia”.

!C’è la peste da bambino, che gli porta via padre e nonno. La fame e la povertà, il successo, le risse: agguati in strada, denunce e un omicidio. Fughe precipitose e ritorni. Arresti, scarcerazioni, protettori, amanti, sentenze di morte. Una grazia arrivata troppo tardi”, continua Niccolini. “Poi le tele: prostitute per madonne, giovani compagni di letto per angeli. Sé stesso testimone in disparte. Un vecchio per tutto il resto. Opere spesso rifiutate dai committenti, “spropositate per lascivia e poco decoro”. Dipinge calcagni neri, unghie sporche, orrore, notte, pochissima luce e tanta meraviglia selvaggia”.

Quanti dettagli servono per raccontare la storia di Michelangelo Merisi da Caravaggio? Fughe precipitose e ritorni. Arresti, scarcerazioni, protettori, amanti, pene comminate, sentenze di morte. Una grazia arrivata troppo tardi. Poi le tele, dato che lui gli affreschi proprio non li sapeva fare: solo a olio, riusciva. I soggetti, le fonti bibliche, apostoli santi madonne, amori poco sacri e molto profani. I quattro modelli che poteva permettersi e a rotazione usava in tutti i quadri: prostitute per madonne, giovani compagni di letto per angeli. Se stesso testimone in disparte. Un vecchio per tutto il resto. Opere dimenticate fino al Novecento, spesso rimosse, rifiutate dai committenti: troppo violente, scandalose, irriverenti, senza paradiso né speranza, “spropositate per lascivia e poco decoro”. Troppo naturali, e questo è imperdonabile. I viaggi e i soggiorni: Milano, Roma, Napoli, Malta, Messina, Napoli di nuovo, e poi l’ultimo approdo, Porto Ercole. I corpi: nudi, vestiti, semi nudi e poco vestiti, vesti antiche, abiti contemporanei, lui che camminava per Roma spada al fianco, elegantissimo e straccione. Corpi provocatori e sensuali, ché in lui la sensualità trabocca: sulle labbra, nelle cosce aperte degli angeli, nei seni turgidi delle madonne e delle giuditte. Ma soprattutto la sua mano, che con la stessa facilità impugna il pennello e la spada, e lo fa con la medesima violenza. Info: Teatrodante Carlo Monni – 055 8940864 WhatsApp e Telegram 3463038170 – biglietteria@teatrodante.itwww.teatrodante.it.