“Io sono Misia” al Teatro Manzoni

CALENZANO – “Io sono Misia” è lo spettacolo in programma sabato 18 marzo alle 21.15 al Teatro Manzoni di via Mascagni 18. Spettacolo di Vittorio Cielo per la regia di Francesco Zecca e che ha come protagonista Lucrezia Lante della Rovere. Dopo il successo di “Malamore”, Premio Flaiano, Lucrezia Lante della Rovere continua a dare vita a profili di donne straordinarie […]

CALENZANO – “Io sono Misia” è lo spettacolo in programma sabato 18 marzo alle 21.15 al Teatro Manzoni di via Mascagni 18. Spettacolo di Vittorio Cielo per la regia di Francesco Zecca e che ha come protagonista Lucrezia Lante della Rovere.

Dopo il successo di “Malamore”, Premio Flaiano, Lucrezia Lante della Rovere continua a dare vita a profili di donne straordinarie che hanno costruito la cultura del Novecento. Con “Io sono Misia. L’ape regina dei geni”, (biglietti 13/10/5 euro – info e prenotazioni tel. 055.8877213 – teatro.donne@libero.it – www.teatrodelledonne.com) rivela per la prima volta al pubblico toscano l’incredibile storia e la fascinosa personalità di Misia Sert, origini polacche, pianista di talento, allieva di Fauré e apprezzata da Lizst, ma soprattutto straordinaria mecenate a cui si deve la scoperta, tra gli altri, di Coco Chanel. Il suo salotto parigino era frequentato da artisti, politici e persone di cultura. Tra gli altri Pablo Picasso, Paul Morand, Pierre Reverdy, Serge de Diaghilev. E ancora, Misia fu ritratta da Renoir e da Toulouse-Lautrec, ispirò Jean Cocteau per il personaggio della principessa de Bornes nel romanzo “Thomas l’imposteur” e fu definita da Proust come “un monumento di storia, collocata nell’asse del gusto francese come l’obelisco di Luxor nell’asse degli Champs – Elysées”. La ritroviamo anche nella celebre “Recherche”, nei panni della principessa Yourbeletjef e di Madame Verdurin. Liberamente ispirato dalle memorie di Misia Sert, il testo teatrale del poeta Vittorio Cielo è affidato alla regia di Francesco Zecca.

“Io sono Misia” è il ritratto vivido di una straordinaria mecenate, di una donna magnetica e battagliera – tre matrimoni e altrettanti divorzi con uomini d’affari e artisti – il cui motto era “Io non partorisco. Io faccio partorire”.