SIGNA – A tre settimane dal voto che ha portato Eugenio Giani alla guida della Regione Toscana (e, con ogni probabilità, l’ormai ex presidente Enrico Rossi a sedersi in quella del nostro Comune), proviamo a fare il punto della situazione con Federico La Placa, segretario del Pd signese.
I voti si pesano o si contano?
“Di sicuro, i voti parlano. Occorre studiarli, osservare i numeri e studiare come si muovono i flussi, per riuscire a leggere qualcosa di più approfondito della semplice individuazione dei vincitori e degli sconfitti in una tornata elettorale. Trascorsi i primi giorni dalla vittoria della coalizione di centro-sinistra alle regionali, il Pd signese ha cominciato a studiare i risultati elettorali, sezione per sezione, grazie a un prezioso lavoro di analisi svolto da Alessandro Valguarnera“.
Quali sono le prime considerazioni di queste ultime elezioni?
“Il Pd si è confermato la forza trainante della coalizione: da solo vale oltre la metà dei voti. Questo dato è molto importante anche perchè sul nostro territorio erano in corsa ben quattro candidati signesi, nessuno appartenente al Pd e due dei quali schierati con il centro-destra, che hanno condizionato il voto con la ricerca della preferenza personale”.
Guardando alle coalizioni, cosa dicono i voti di Signa?
“Se confrontiamo queste regionali con le europee dell’anno scorso, vediamo che a Signa il centro-sinistra ha guadagnato 353 voti, mentre la coalizione di centro-destra ne ha persi un migliaio, 1.029 per la precisione. Escono sconfitti i partiti della sinistra che non hanno sostenuto il candidato Eugenio Giani, come Pci, Pc e Toscana a Sinistra. Infine il M5S che ha perso 621 consensi”.
Perché non fare il confronto con le regionali del 2015?
“E’ difficile fare un confronto con le regionali di cinque anni fa: a sinistra il Pd aveva la forte spinta di Renzi al governo; a destra ancora non era esploso il fenomeno della Lega guidata da Salvini“.
A sinistra e a destra del Pd tutti hanno perso voti, quindi…
“A sinistra del Pd vediamo l’inconsistenza del Partito Comunista, del Partito Comunista Italiano e di Toscana a Sinistra che si sono presentati divisi sulla base di distinzioni difficilmente comprensibili dagli elettori. Il Movimento Cinque Stelle ha perso la forza della novità dei primi anni e pagato la scelta di non condividere un progetto con le forze di governo. Infine a destra, se la parte più di “destra” della coalizione cresce (Fratelli d’Italia), è ormai ininfluente la componente più moderata di Forza Italia”.
Avete studiato il voto in ciascuna delle diciassette sezioni in cui è diviso il territorio di Signa, quali spunti se ne traggono?
“La prima cosa che salta all’occhio è la necessità di recuperare il rapporto con alcune zone del nostro Comune. La fascia nord del paese è quella dove, lo dicono i numeri, il Pd ha raccolto meno consensi. Significa che proprio in quei luoghi è necessario rilanciare il nostro impegno, prima ascoltando cosa hanno da dire le persone, poi affrontando le questioni insieme agli amministratori”.
Qualche esempio?
“Già in occasione delle scorse amministrative, avevamo notato che nella zona dei Colli e a San Mauro era necessario recuperare il rapporto con i residenti. Siamo convinti che la strada giusta sia quella di recepire le istanze dei cittadini e dare un nuovo impulso sia a livello urbanistico che di servizi”.
Come affronterete questo lavoro, considerato che le zone e le frazioni hanno necessità diverse?
“Il Partito Democratico signese si è organizzato con gruppi di lavoro su differenti aree tematiche, dall’urbanistica ai servizi, dall’ambiente alle attività produttive. In ogni gruppo ci sono politici e tecnici, uomini e donne che mettono a disposizione le proprie idee e competenze per accelerare quel miglioramento che tutti vogliamo per la nostra città”.